La fede non é una raccolta di divieti e regole. E’ ben chiaro questo messaggio nel magistero di Papa Francesco. Infatti più volte il Pontefice ha ricordato finora, per ultimo proprio domenica scorsa nell’Angelus, come l’essere cristiani attenga alla sostanza e non alla facciata. Non cristiani di etichetta ma di sostanza.
La fede dunque non é un limite ma una apertura, il cristianesimo non é una raccolta di “no” ma piuttosto un inno ai “si”, al vivere appieno la vita, al godere della libertà che Dio ci ha donato e che dobbiamo esercitare con audacia e coraggio, decisione personale e spirito libero.
Dobbiamo essere dunque cristiani coraggiosi e, come i Magi, dobbiamo saper seguire la stella che é Gesù lasciando le nostre certezze e i nostri saperi: dobbiamo diventare pellegrini.
La missione, il pellegrinaggio corrispondono a quell’uscire da sé che Dio ci chiede fin dal primo incontro con Adamo, fin dalla prima chiamata. Il cristiano, scrive Papa Francesco nell’ “è in cammino e deve essere pronto a lasciarsi guidare, a uscire da sé per trovare il Dio che sorprende sempre.“
Dio ci ha posti nel mondo, ci ha affidato il mondo stesso – dice la Genesi – per coltivarlo e custodirlo: la fede é la risposta alla chiamata di Dio. Chiamata che non riguarda solo i religiosi, ma tutti i cristiani poiché tutti siamo chiamati per nome, uno a uno, da Dio e ognuno in modo differente per compiere la nostra parte di cammino.
Per questo Papa Francesco dice che “la fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita“. Questa, “fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore” scrive il Pontefice nell’ . La fede “assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà a Dio, più forte di ogni nostra fragilità“.
Caro Papa Francesco, io, più che commentare preferisco rivolgerTi direttamente il mio messaggio per dirTi che sto immaginando in questo momento quale enorme onere pesa sulle Tue spalle! Hai grande coraggio ma soprattutto hai grande umiltà e sei così servizievole con tutti, arrivi sempre diretto al cuore! Grazie infinite per tutto quello che fai per l’umanità, che spero tanto un giorno possa essere davvero una unica grande famiglia come Dio vorrebbe! Buona sera, caro Francesco1
E’ stato bellissimo il giorno in cui sei stato “scelto” dalla lontana Argentina, per approdare nalla ns. Roma, nel mio cuore c’è stato un’emergere, un fiorire, un’esplosione di gioia e di pianto, perchè san Francesco d’Assisi è sempre stato il mio stile di vita: ero e sono ancora una scout del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani. Il Signore ci chiama ogni giorno per seguirlo, per camminare insieme.
Mi piacciono queste parole del Papa perche’ mi richiamano a quel celebre passo – ‘la fede e’ fondamento delle ‘cose sperate’ – certamente non e’ facile,da mettere in pratica, se fosse solo frutto del nostro impegno, penso sarebbe addirittura impossibile, ma, con un altro passo, noi sappiamo bene che’ nulla e’ impossibile a Dio’,- perche’ la fede e’ anzitutto un dono di Dio, ma sta a noi cercarlo e custodirlo come si fa con la fiammella di una candela accesa che ci accompagna lungo il cammino della vita che, talvolta, ci sembra buio, poco chiaro,perche’ non sappiamo dove ci conducono gli eventi, soprattutto quelli sgraditi. e’ proprio qui che giochiamo questo dono supremo che e’ la fede, abbandonandoci in un cammino, per cosi’ dire, attivo, nel senso che viviamo, animati e confortati da quella spinta dinamica che viene a noi, inaspettatamente, dall’alto, infatti la fede ci sorprende con il suo conforto, proprio quando ci sembra di non ‘farcela’ piu’, e’ un’esperienza che anch’io ho vissuto, diventandone consapevole solo dopo, quando, guardandomi indietro, gli eventi difficili che avevo attraversato acquistavano un senso, appunto, alla luce della fede,infatti, ‘ il cammino percorso diventa chiaro solo alla fine, quando si puo’ dare un nome, un significato, a quanto ci accade nella vita, – ringraziamo il Papa che ci accompagna, nel cammino lungo le non facili strade di questo mondo, fugando, con il magistero della parola , le tenebre che, talvolta, avvolgono i nostri cuori e i nostri passi