“Non esiste alternativa alla carità“, ha detto Papa Francesco durante la propria omelia in occasione della Santa Messa di Canonizzazione di Madre Teresa: mettendo in relazione l’interrogativo del Libro della Sapienza «Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?» (Sap 9,13) con la risposta fornita da Gesù «Misericordia io voglio e non sacrifici» (Os 6,6; Mt 9,13), il Santo Padre ha dottolineato che “quanti si pongono al servizio dei fratelli, benché non lo sappiano, sono coloro che amano Dio“.
“A Dio è gradita ogni opera di misericordia, perché nel fratello che aiutiamo riconosciamo il volto di Dio che nessuno può vedere (cfr Gv 1,18)“, ha ulteriormente affermato il Vescovo di Roma “e ogni volta che ci chiniamo sulle necessità dei fratelli, noi abbiamo dato da mangiare e da bere a Gesù; abbiamo vestito, sostenuto, e visitato il Figlio di Dio (cfr Mt 25,40). Insomma, abbiamo toccato la carne di Cristo“.
Queste parole non ci lasciano scampo, non ci lasciano altra alternativa che “tradurre in concreto ciò che invochiamo nella preghiera e professiamo nella fede“, senza però dimenticare che “la vita cristiana, tuttavia, non è un semplice aiuto che viene fornito nel momento del bisogno. Se fosse così sarebbe certo un bel sentimento di umana solidarietà che suscita un beneficio immediato – ha aggiunto Bergoglio – ma sarebbe sterile perché senza radici. L’impegno che il Signore chiede, al contrario, è quello di una vocazione alla carità con la quale ogni discepolo di Cristo mette al suo servizio la propria vita, per crescere ogni giorno nell’amore“.
Tutta la vita di Madre Teresa, che oggi viene canonizzata, è una concreta testimonianza di questo spendersi per gli altri: ella “è stata generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata. – ha spiegato Papa Francesco – Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che «chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero». Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini – dinanzi ai crimini! – della povertà creata da loro stessi”.
“La misericordia è stata per lei il “sale” che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza“.
Ella è stata testimone “eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri“, ella è un vero e proprio “modello di santità” per tutto il mondo del volontariato e ci insegna “a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione“.
“Madre Teresa amava dire: «Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere»“, ha concluso Papa Francesco, “Portiamo nel cuore il suo sorriso e doniamolo a quanti incontriamo nel nostro cammino, specialmente a quanti soffrono. Apriremo così orizzonti di gioia e di speranza a tanta umanità sfiduciata e bisognosa di comprensione e di tenerezza“.
Sono stata a Calcutta nella casa fondata da Madre Teresa….molto toccante e commuovente vedere tutti quei bambini bisognosi di amore, affetto, cure…
Ma ci sono dei religiosi come mons, Todisco, giudice rotale che si permettono ingiustamente di annullare un Sacramento, quello del mio matrimonio dopo 21 anni di matrimonio, dando ragione ingiustificata a mio marito che ha un’amante…..che dire? Santo Padre è una vergogna, ma se un giudice venduto vuole far vincere una causa ha modo di poterlo fare. Per il diritto civile ci sono vari mezzi…x la rota , cosa molto costosa fra l’altro non è così…