“Non perdete la speranza nella grazia di Dio! ” sono le parole che Papa Francesco rivolge a tutti coloro che si sentono abbandonati, che ormai disperano nell’intervento di Dio. Tuttavia la storia dell’uomo ci insegna che é proprio quando tutto é perduto che Dio interviene, che tocca la nostra miseria e la trasforma.
Così é stato anche per Monica, la madre di Sant’Agostino che amò così intensamente il figlio da piangere “versando più lacrime di quante” ricorda il figlio stesso “ne versino mai le madri alla morte fisica dei figli” perché il figlio tornasse a camminarne lungo la via che conduce al Padre.
Già nel viaggio a Lampedusa il Papa ci aveva parlato dell’ in una società, come la contemporanea, che ha dimenticato l’esperienza del piangere preferendo una esistenza anestetizzata, piatta.
Invece é proprio dall’inquietudine che Monica dona al figlio Agostino che nasce la conversione e la fede stessa di Sant’Agostino. Le lacrime sono quindi la misura dell’intensità dell’amore, di quell’amore inquieto che caratterizza il cristiano. Non dimentichiamo infatti che lo stesso Gesù pianse davanti al sepolcro dell’amico Lazzaro così come Pietro pianse dopo aver rinnegato Gesù.
Piangere é dunque uno dei modi nei quali l’amore si esprime ai massimi registri, é certamente uno sfogo dell’anima ma forse é più corretto dire che é parte stessa del linguaggio dell’anima.
“A volte, nella nostra vita” aveva detto Papa Francesco commentando il Vangelo secondo Giovanni laddove narra dell’incontro di Cristo risorto con Maria di Magdala “gli occhiali per vedere Gesù sono le lacrime“. Le lacrime dunque permettono di distinguere Gesù, di parlargli, di metterci nella stessa linea d’onda.
“Tutti noi, nella nostra vita, abbiamo sentito la gioia, la tristezza, il dolore ma nei momenti più oscuri, abbiamo pianto?” chiede il Pontefice a tutti quanti. E ancora “Abbiamo avuto quella bontà delle lacrime che preparano gli occhi per guardare, per vedere il Signore?».
Potremo così anche noi vedere Gesù ” “Ho visto il Signore”, non perché mi è apparso, ma perché “l’ho visto dentro al cuore”. E questa è la testimonianza della nostra vita: “Vivo così perché ho visto il Signore” “!
ultimamente non riesco più a piangere, sono diventata arida e vedo solo
cattiveria e malignità delle persone che non sanno più vivere delle cose semplici
ma vogliono sempre di più e non si guardano attorno ,per vedere la sofferenza
la povertà e tutti i mali che ci affliggono mi chiedo solo dove andremo
cosa aspetta ai nostri figli .
vorrei svegliarmi domani e vedere un mondo migliore
Le lacrime a volte riescono a darmi il coraggio per non “scoraggiarmi” di fronte alle mille difficoltà che incontro ogni giorno, non parlo di difficoltà materiali, ma di quel sentir venir meno la forza, sì, quella “forza” che occorre a chi ti ama per andare avanti nelle sue mille difficoltà quotidiane, che trova in te la sicurezza che in lei vacilla ad 83 anni. Poi, purtroppo arriva il momento che perdo la pazienza e non sono più la figlia amorevole di cui ha bisogno. Sì, questa lacrima che sta scendendo sulle mie guance mentre ti scrivo è la mia pace, dopo un pomeriggio in cui ho visto quanto sono stata inadeguata per i miei genitori.
Solo quando si tocca la disperazione, è lì che Dio arriva e ti senti tirar su dai capelli, con brio, con uno scossone allo stesso tempo dolce…un padre premuroso che ama senza misura e tu ti lasci guidare da Lui, anche se a volte ti discosti un pò dalla Sua strada, poi non la perdi più completamente perchè sa farsi sentire.
In questo momento angustioso, penso chi Il Papa Francesco dobbreve andare a Syria. E troppo importante per i’cristiani di quelle parte di essere ascolti, prima che USA intervenga. Sera una masacre totale
ciao Vera Martignone, lasciati andare alle tue sensazioni, senza temere di sentirti inadeguata. Non c’è nulla di strano piangere, anche io credevo che commuoversi fosse un atto di debolezza, pensa che io piango anche guardando un cartone animato, invece è una forza. E’ meglio dare sfogo senza trattenere nulla, credo che ti sentirai meglio anche fisicamente. Grazie alle parole che Papa Francesco ci indica, per percorrere il nostro quotidiano. Un abbraccio a te Vera. Nadia Corti
Io sono dispiaciuta per il fatto di non riuscire a piangere, nemmeno quando accompagnavi il feretro del mio caro papà non avevo pianto. Soffrivo immensamente dentro di me, poi pensavo che tenere un comportamento dignitoso, come mi è stato insegnato, fosse migliore. Insomma perché soffro tanto dentro di me e le lacrime escono così raramente’ Direi proprio, quasi mai? Eppure di momenti tristi ne ho passati!
Il dolore la sofferenza ci fa piangere ,come è successo ha me ,la malattia di mia figlia che si potrai da anni ,la malattia di mio marito Giovanni che non ragiona piu,è la mia invocazione a Dio gridando e supplicandolo di scendere dalla croce per aiutarmi ad affrontare il domani quasi buio.
Dio ascolta il Suo grido di dolore, le Sue sofferenze sono conosciute a Dio, signora Giuseppa. La Sua angoscia trovi sostegno nell’Ostia vivente. Ci creda però. Creda che lì, in quel “dischetto bianco” c’è un Uomo che la Ama così tanto che manco si immagina. Io Le sarò vicino con la preghiera.
Ma quando in una famiglia ci sono problematiche così complesse, i servizi sociali dove sono? Ma che significa servizi sociali o aiuti sociali? Qualcuno me lo spieghi per piacere.
Intanto, signora Giuseppa, provi ad accennare ad un sorriso 🙂 In questo momento sono le 22:09. Tra poco in collegamento da Fatima ci sarà la recita del Santo Rosario, le mie intenzioni di preghiera sono tutte dedicate a Lei. Maria, la nostra Pia Madre, non tarderà a farsi sentire. Ne sia certa.
Santa notte. 🙂
forza coraggio Dio ci vede e ci ascolta ank se pensiamo di no ma e cosi….unica cosa non mollare mai la speranzaa esiste …ciao