Meditando sulla vita, e particolarmente sulla morte di San Paolo e di Giovanni Battista, Papa Francesco, durante l’omelia di oggi ha invitato i fedeli presenti a pregare per i tanti sacerdoti che teminano la loro vita forse con una certa desolazione interiore perché abbandonati dai fedeli per i quali hanno speso tutta la loro vita, come è successo proprio al Battista e al grande Paolo, ma con la certezza di avere il Signore accando. Del resto, ha ricordato Bergoglio, è necessario che il seme del grano muoia perché porti frutto, così come Gesù stesso è dovuto morire per salvare tutti noi.
Gli ultimi giorni di San Paolo, nei quali è “solo, mendicante, vittima di accanimento, abbandonato“, ci raccontano proprio come è la vita di chi non si è attaccato ai soldi o ai poteri terreni. Gli ultimi giorni di San Paolo insegnano a tutti noi cristiani cosa significhi “morire così come martiri, come testimoni di Gesù“, che “è il seme che muore e dà il frutto e riempie la terra di nuovi cristiani“.
E molte volte, ai giorni nostri, quando entriamo in una “casa di riposo dei sacerdoti anziani troviamo tanti di questi bravi, bravi, che hanno dato la vita per i fedeli“. Questi, seppur il più delle volte dimenticati dai loro parrocchiani, non sono amareggiati. Infatti, è proprio San Paolo che ci mostra come, nonostante magari una certa desolazione interiore per le divisioni nella chiesa, egli abbia “la certezza che il Signore è accanto a lui“.
Così, tornando a raccontare di quando si reca in visita alle case di riposo per sacerdoti anziani, Francesco ha raccontato che nonostante i sacerdoti magari “sono lì, ammalati, paralitici, sulla sedia a rotelle, ma subito si vede quel sorriso. ‘Sta bene, Signore; sta bene, Signore’, perché sentono il Signore vicinissimo a loro. – come succedeva a San Paolo nelle Scritture – E anche quegli occhi brillanti che hanno e domandano: ‘Come va la Chiesa? Come va la diocesi? Come vanno le vocazioni?’. Fino alla fine, perché sono padri, perché hanno dato la vita per gli altri“.
“Torniamo a Paolo“, ha detto il Papa chiudendo la digressione, “Solo, mendicante, vittima di accanimento, abbandonato da tutti, meno che dal Signore Gesù: ‘Solo il Signore mi è stato vicino!’. E il Buon Pastore, il pastore deve avere questa sicurezza: se lui va sulla strada di Gesù, il Signore gli sarà vicino fino alla fine […] Ma quando il pastore, nella sua vita, si occupa di altre cose che non siano i fedeli – è per esempio attaccato al potere, è attaccato ai soldi, è attaccato alle cordate, è attaccato a tante cose – alla fine non sarà solo, forse ci saranno i nipoti, che aspetteranno che muoia per vedere cosa possono portare con loro”.
Ci farà bene oggi riflettere su questo e pregare “per i pastori che sono alla fine della loro vita e che stanno aspettando che il Signore li porti con Lui. E preghiamo perché il Signore dia loro la forza, la consolazione e la sicurezza che, benché si sentano malati e anche soli, il Signore è con loro, vicino a loro. Che il Signore dia loro la forza“.
Gesù fonte inesauribile di pace e amore proteggi i nostri sacerdoti e dona loro serenità e certezza di non essere mai soli. E parrocchiani ricordiamoci che stare vicini ai nostri Pastori e stare vicini a Gesù.Loro sono la strada x aprire i nostri cuori all’amore di Dio.