Durante l’omelia di oggi, in Casa Santa Marta, Papa Francesco, ispirandosi alla Prima Lettura, ha spiegato ai fedeli presenti durante la Santa Messa che quando parliamo della caduta di Babilonia, dobbiamo pensare non tanto alla città in se stessa, quando a quello che rappresentava: una civiltà “che ingannava con le sue seduzioni“, una civiltà che era “l’impero della vanità, dell’orgoglio“.
Una civiltà, per molti aspetti, simile a quella basata sul dio denaro, la quale ha un solo orizzonte: cadere, così come è caduta Babilonia, così “come è caduto Satana“. Per questo, ha proseguito il Vescovo di Roma nel corso della propria riflessione “la corruzione è una bestemmia“, poiché essa, ha spiegato, è il linguaggio di Babilonia, un linguaggio nel quale “non c’è Dio” ma solo “il dio denaro, il dio benessere, il dio sfruttamento”.
Come allontanare da sé la tentazione della corruzione? Con “la voce potente dell’adorazione“, ha risposto il Santo Padre sempre facendo riferimento alle tre voci che intervengono nel brano biblico: il grido del primo angelo, la voce del popolo di Dio, e la voce del secondo angelo.
Nell’Apocalisse vediamo proprio come è “dall’adorazione che il popolo di Dio che si salva” e in questo noi cristiani dobbiamo ancora imparare molto perché, come ha rilevato Bergoglio, “siamo bravi quando preghiamo chiedendo qualcosa” ma la preghiera di lode “non è facile farla”.
È nell’adorazione quando Dio ci parla: nel silenzio della contemplazione, adorando il Signore, possiamo sentire “la voce di Dio“, la quale, come ci descrive l’Apocalisse, non è un grido potente, ma “una voce soave”. “La voce di Dio – ha sottolineato il Papa – quando parla al cuore è così: come un filo di silenzio sonoro”.
“Il Signore ci dia questa grazia di aspettare quella voce, di prepararci a sentire questa voce – ha dunque concluso Francesco citando le parole dellla Lettura – ‘Vieni, vieni, vieni servo fedele – peccatore ma fedele – vieni, vieni al banchetto del tuo Signore’”.
Carissimo Papa Francesco,
dopo i primordiali baratti: tu dai una cosa a me poi do una cosa a te . L’uomo inventò la moneta dando un valore immediato sulla cosa da barattare e così nei secoli si svilupparono popoli sui commerci poi la politica delle tasse per mantenere i regnanti a difendere le genti dalla predazione dei beni da altre genti.
Ovviamente non furono rose e fiori nei campi, città e paesi , ma lotte combattimenti , sangue e lutti in vendette.anche perchè la moneta oggi denaro di carta serviva e serve a rendere libero l’uomo dalla schiavitù .
Così il Dio denaro come gli altri grandi miti aiuta elevarsi dalla sofferenza dei mali e dalla miseria dove anche San Francesco capendo il problema investì ad ASSISI IN UNA FABBRICA DI TESSUTI per insegnare al clero la distribuzione del denaro dei ricchi chiesto dal potere della chiesa di allora
Ma voglio finire CON LE PAROLE DI GESÙ NEL VANGELO date LA GIUSTA MERCEDE A CHI LAVORA PER SOSTENERE SE STESSO SUL LAVORO LA FAMIGLIA CURE MEDICHE ED ALTRO SULLO SVILUPPOO del PAESE in cui vive E IN ITALIA SUL INFLAZIONE CHE HA RIDOTTO IL POTERE DI ACQUISTO DEI SALARI sui prezzi dei BENI raddoppiati al consumo