Papa Francesco, nell’omelia di oggi, ha invitato i fedeli che assistevano alla Santa Messa a dialogare in modo schietto e sincero con Gesù, spiegando quali sono le resistenze che sperimentiamo al mettere in pratica la Parola di Dio.
Del resto, ha detto Bergoglio, è naturale avere delle difficoltà nel mettere in pratica il Vangelo, così come è normale provare delle resistenze, che a volte si vedono subito, mentre altre volte sono nascoste.
Cosa dobbiamo fare? Prima di tutto, dobbiamo fare una analisi di coscienza e prendere atto di che tipo di resistenze proviamo. Domandiamoci: “queste resistenze nascoste, che tutti abbiamo, di che natura sono? Sempre vengono per fermare un processo di conversione. Sempre!“.
Tuttavia, ha aggiunto il Papa, queste resistenze non sono un elemento negativo da nascondere: “grazie a Dio“, che ci sono, ha detto Bergoglio, “se non ci fossero, la cosa non sarebbe di Dio. Quando ci sono queste resistenze è il diavolo che le semina lì, perché il Signore non vada avanti”.
Dopo aver preso coscienza della presenza di queste resistenze nel nostro cuore, come procedere? Prima di tutto bisogna evitare il “gattopardismo spirituale“, evitare di “dire di sì, tutto sì, molto diplomaticamente; ma è ‘no, no, no’. Tante parole: ‘Sì, sì, sì; cambieremo tutto! Si!’, per non cambiare nulla“.
E in secondo luogo bisogna chiedere l’aiuto del Signore: “Io vi dirò di non avere paura quando ognuno di voi, ognuno di noi, trova che nel suo cuore ci sono resistenze. Ma dirlo chiaramente al Signore – ha spiegato il Vescovo di Roma – ‘Guarda, Signore, io cerco di coprire questo, di fare questo per non lasciare entrare la tua parola’. E dire questa parola tanto bella, no? “Signore, con grande forza, soccorrimi. La tua grazia vinca le resistenze del peccato”.”
“Le resistenze sono sempre un frutto del peccato originale che noi portiamo. È brutto avere resistenze? No, è bello! – ha concluso Papa Francesco – Il brutto è prenderla come difesa dalla grazia del Signore. Avere resistenze è normale; è dire ‘Sono peccatore, aiutami Signore!’. Prepariamoci con questa riflessione al prossimo Natale”.