Anche Papa Francesco ha inviato un proprio messaggio ai giovani riuniti a Riga in occasione del incontro europeo promosso dalla comunità ecumenica di Taizé sul tema: ”Insieme per aprire strade di speranza”.
Unendosi ai messaggi inviati dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e dal Patriarca ortodosso di Mosca Kirill, nonche dall’arcivescovo Justin Welby e dal pastore Olav Fykse Tveit, questo ultimi rappresentanti della Chiesa Anglicana e Luterana, il Vescovo di Roma ha invitato i giovani delle differenti confessioni religiose a “manifestare a parole e con azioni che il male non ha l’ultima parola della nostra storia“.
Ai migliaia di giovani che trascorreranno questo fine 2016 nella capitale lettone, pregando e meditando assieme “per aprire sentieri di speranza“, Bergoglio ha detto che “ai giorni nostri molte persone sono sconvolte, scoraggiate dalla violenza, da ingiustizie, sofferenza e divisioni“. In parole povere, ha aggiunto il Papa, in molti “hanno l’impressione che il male è più forte di tutto“.
In tal senso è importante e attuale la testimonianza di questi giovani riuniti, i quali testimoniano “con le parole e i fatti che non è così“: “è il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, – ha quindi commentato il Pontefice facendo riferimento alla propria Lettera Apostolica “Misericordia et Misera” con la quale un anno fa indisse il Giubileo – perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza”.
Elogiando quindi questi giovani che hanno avuto il coraggio “di lasciare i divani per vivere questo pellegrinaggio della fiducia“, il Vescovo di Roma legge in questo incontro un grande momento di speranza, nel quale “giovani cristiani, ortodossi, protestanti e cattolici, in queste giornate vissute all’insegna di una reale fraternità, esprimono il desiderio di essere protagonisti della storia, di non lasciare che siano gli altri a decidere del vostro futuro“.
Da qui l’invito di Papa Francesco ai giovani di Taizé a non avere paura dei propri limiti, e anzi a “crescere nella fiducia in Gesù, Cristo e Signore, che crede e spera in te“. “Che nella semplicità che frère Roger ha saputo testimoniare – è stata l’invocazione finale del Santo Padre – voi possiate costruire ponti di fraternità e rendere visibile l’amore con cui Dio ci ama“.
Prego che “il divano” lo lascino anche tutti quelli che ancora ci “dormono”, non solo i giovani. Grazie Santo Padre per queste TUE belle e semplici espressioni per farci capire concetti “grandi”, DIO sia benedetto per il dono di TE.