Ricordarsi di Cristo e della gioia dell’incontro con Lui: questo serve per riaccendere in noi la speranza. Papa Francesco ha aperto così il discorso tenuto nel corso dell’Udienza Generale. La speranza, infatti, è tornata ad essere protagonista della sua catechesi.
Tutti noi dobbiamo muoverci nel solco della speranza, e guardare quindi a quelle persone che “hanno gli occhi brillanti di speranza”. Non diamo retta a chi è deluso e infelice, a chi ci spegne l’entusiasmo su tutto ciò che facciamo. Anzi, “coltiviamo sane utopie perché Dio ci vuole capaci di sognare come Lui e con Lui”. E quando un sogno si spegne, ha detto il Papa, allora dobbiamo “tornare a sognarlo di nuovo attingendo speranza alla memoria delle origini”.
Ecco appunto, la memoria. Quanto, nella nostra vita cristiana, ci ricordiamo di Gesù? Quanto ci ricordiamo di quel “fuoco d’amore che ci ha permesso di concepire la nostra vita come un progetto di bene”? Per riprendere la speranza dobbiamo quindi ricordarci dell’incontro con Gesù: la memoria di quell’incontro ci dona gioia e, esattamente come accadde a Giovanni e Andrea, ci permette di trovare anche il Messia, e quindi di partire alla volta della missione.
Gesù vuole accanto a sé persone piene di speranza, persone cariche ed entusiaste di evangelizzare questo mondo. “Si diventa predicatori di Cristo non affinando le armi della retorica, perché tutti alla fine possono parlare e parlare. Bisogna semmai custodire negli occhi il luccichio della vera felicità, quel luccichio che trasmette la gioia della fede”, ha detto Francesco.
Ecco allora cosa dobbiamo fare: custodire sempre la fiamma dell’innamoramento con Gesù che, in fondo, conosce la strada che servirà poi a condurci a quel sacro fuoco che lo ha tenuto acceso per sempre. Come disse Paolo, del resto, “Ricordati di Gesù Cristo”.
Inno di gioia
Ce la faremo?
Si ce la facciamo!
Si perché Tu sei una certezza,
Si perché Tu sei
il Mio Signore.
Aprite le porte
al Dio d’Amore,
sono tranquilla
con Te, Mio Signore.
Mi dispiace Mio Dio
per tutte le cose
che senza Te
ho toccato e rovinato.
Ma con quale grazia
Tu hai tutto risanato
e con gioia mi hai riabbracciato.
Grazie sorella per questo meraviglioso inno all’amore di DIO, grazie.