Nel corso dell’Angelus di Domenica 22 settembre 2019 il Santo Padre ha parlato a tutti i presenti dell’importanza di diventare persone scaltre non per assicurarsi il successo mondano ma per assicurarsi la vita eterna: questo può accadere solamente dimenticandosi dei beni ottenuti e dando maggiore valore alle relazioni ed alle persone.
Nella parabola del Vangelo di Luca, Gesù esorta ad “essere scaltri, non disonesti; Saper invertire la rotta scegliendo il bene e non il male”. Nella parabola si parla di un amministratore furbo e disonesto che sta per essere licenziato in quanto accusato di aver rubato i beni del suo padrone. Il Santo padre ha fatto notare, indicando ai fedeli la chiave di lettura della parabola, che di fronte a questa situazione l’amministratore è stato capace di escogitare una via d’uscita, prima riconoscendo i suoi limiti che gli avrebbero impedito di svolgere una diversa attività e poi derubando il padrone per l’ultima volta per saldare i debiti dei debitori e in questo modo corromperli.
Il Papa ha spiegato che “la ricchezza può spingere a creare muri, a causare divisioni, discriminazioni” ma è opportuno essere capaci di fare una inversione di rotta e saper trasformare le ricchezze in strumenti di fraternità e di solidarietà.
“Fatevi degli amici con la ricchezza, perché essi vi accolgano nelle dimore eterne”, ha poi aggiunto il Santo Padre, e in questo modo ha voluto spiegare che bisogna abbandonare del tutto la disonestà ed imparare ad amministrare i propri beni, così come la propria vita, in una maniera corretta. E’ importante, ha infine detto, “essere scaltri nell’assicurarci non il successo mondano, ma la vita eterna, affinché al momento del giudizio finale le persone bisognose che abbiamo aiutato possano testimoniare che in loro abbiamo visto e servito il Signore”.
In quell’episodio il personaggio ha derubato il padrone e si è fatto amici col col denaro rubato. Allora il Vangelo indica di derubare il vicino più ricco e il datore di lavoro. Mancano le spiegazioni chiare.