Riflessioni di Papa Francesco

Abbiate un cuore aperto sensibile a Dio e ospitale verso i fratelli

Lo Spirito Santo guida il cammino degli evangelizzatori mostrando loro la via da seguire. Così il Santo Padre inizia l’omelia dell’Udienza Generale.

Questo si nota nella visione di San Paololo giunto a Troade: «Vieni in Macedonia e aiutaci!» gli disse un Macedone. Il popolo della Macedonia del Nord è fiero di aver chiamato Paolo perché fosse Paolo ad annunziare Gesù Cristo. L’Apostolo parte per la Macedonia e approda a Filippi, «colonia romana» sulla via Egnatia, per predicare il Vangelo. Paolo si ferma lì per più giorni. Tre sono gli avvenimenti che caratterizzano il suo soggiorno a Filippi, in questi tre giorni: tre avvenimenti importanti.

1) L’evangelizzazione e il battesimo di Lidia e della sua famiglia;
2) l’arresto che subisce, insieme a Sila, dopo aver esorcizzato una schiava sfruttata dai suoi padroni;
3) la conversione e il battesimo del suo carceriere e della sua famiglia. Vediamo questi tre episodi nella vita di Paolo.

La potenza del Vangelo si indirizza, anzitutto, alle donne di Filippi, in particolare a Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiatira, una credente in Dio a cui il Signore apre il cuore «per aderire alle parole di Paolo». Lidia, infatti, accoglie Cristo, riceve il Battesimo insieme alla sua famiglia e accoglie quelli che sono di Cristo, ospitando Paolo e Sila nella sua casa. Abbiamo qui la testimonianza dell’approdo del cristianesimo in Europa: l’inizio di un processo di inculturazione che dura anche oggi. E’ entrato dalla Macedonia.

Dopo il calore sperimentato a casa di Lidia, Paolo e Sila si trovano poi a fare i conti con la durezza del carcere dove vengono gettati per aver liberato nel nome di Gesù «una schiava che aveva uno spirito di divinazione» e «procurava molto guadagno ai suoi padroni» con il mestiere di indovina leggendo le mani – come dice la canzone, “prendi questa mano, zingara”, e per questo la gente pagava.

Così Papa Francesco ha commentato questo episodio: Anche oggi, cari fratelli e sorelle, c’è gente che paga per questo. Io ricordo nella mia diocesi, in un parco molto grande, c’erano più di 60 tavolini dove seduti c’erano gli indovini e le indovine, che ti leggevano la mano e la gente credeva queste cose! E pagava. E questo succedeva anche al tempo di San Paolo. I suoi padroni, per ritorsione, denunciano Paolo e conducono gli Apostoli davanti ai magistrati con l’accusa di disordine pubblico.

Ma Paolo è in carcere e durante la prigionia accade però un fatto sorprendente. E’ in desolazione, ma invece di lamentarsi, Paolo e Sila intonano una lode a Dio e questa lode sprigiona una potenza che li libera: durante la preghiera un terremoto scuote le fondamenta della prigione, si aprono le porte e cadono le catene di tutti. Come la preghiera della Pentecoste, anche quella fatta in carcere provoca effetti prodigiosi.

Il racconto continua con il carceriere, che credendo che i prigionieri siano fuggiti, stava per suicidarsi, perché i carcerieri pagavano con la propria vita se fuggiva un prigioniero; ma Paolo gli grida: “Siamo tutti qui!”. Quello allora domanda: «Che cosa devo fare per essere salvato?». La risposta è: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». A questo punto accade il cambiamento: nel cuore della notte, il carceriere ascolta la parola del Signore insieme alla sua famiglia, accoglie gli apostoli, ne lava le piaghe – perché erano stati bastonati – e insieme ai suoi riceve il Battesimo; poi, «pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio» (v. 34), imbandisce la mensa e invita Paolo e Sila a restare con loro: il momento della consolazione! Nel cuore della notte di questo anonimo carceriere, la luce di Cristo brilla e sconfigge le tenebre. Così lo Spirito Santo sta facendo la missione: dall’inizio, da Pentecoste in poi è Lui il protagonista della missione. E ci porta avanti, occorre essere fedeli alla vocazione che lo Spirito ci muove a fare. Per portare il Vangelo.

Chiediamo anche noi oggi allo Spirito Santo un cuore aperto, sensibile a Dio e ospitale verso i fratelli, come quello di Lidia, e una fede audace, come quella di Paolo e di Sila, e anche un’apertura di cuore, come quella del carceriere che si lascia toccare dallo Spirito Santo.

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