Particolarmente sentito l’Angelus di questa domenica in cui ricorre la celebrazione del Corpus Domini, che sottolinea l’importanza dell’ Eucaristia in quanto Corpo di Cristo, e che cade una sessantina di giorni dopo la Pasqua.
Il Vangelo preso ad esempio è quello di San Paolo : 1Corinti 10, 16-17 il quale, nella prima parte “Il calice della benedizione che noi benediciamo non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo non è forse comunione con il corpo di Cristo?” esprime, secondo Papa Francesco “l’effetto mistico o possiamo dire l’effetto spirituale dell’Eucaristia: esso riguarda l’unione con Cristo, che nel pane e nel vino si offre per la salvezza di tutti.” E’ proprio Gesù, “presente nel sacramento dell’Eucaristia per essere il nostro nutrimento”.
Di cui abbiamo bisogno poiché così si trasforma in quella “forza rinnovatrice che ridona energia e ridona voglia di rimettersi in cammino, dopo ogni sosta o dopo ogni caduta.” Ma per ricevere questo nutrimento dobbiamo volerlo, dobbiamo crederci, perché molti, fa notare il Pontefice, vanno a messa “perché si deve andare, come un atto sociale, rispettoso, ma sociale” trasformando così “le celebrazioni a cui partecipiamo […] in riti vuoti e formali”.
La seconda parte invece “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo” rappresenta la comunità cristiana, come spiega Bergoglio. “Si tratta della comunione reciproca di quanti partecipano all’Eucaristia, al punto da diventare tra loro un corpo solo”.
E non è proprio questo il miracolo? Il fatto che il Signore “ci ha lasciato il Sacramento della sua Presenza reale, concreta e permanente, così che, rimanendo uniti a Lui, noi possiamo ricevere sempre il dono dell’amore fraterno.”
Ed è veramente un dono il grande mistero dell’eucarestia “ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro e ricevere Gesù perché faccia di noi l’unità e non la divisione.”
Grazie