Nella prima domenica di agosto, per il suo Angelus Papa Francesco fa riferimento al Vangelo di Matteo, 14, 13-21, in cui si parla del miracolo della moltiplicazione dei pani.
Nel racconto Gesù, assieme ai suoi discepoli e alla solita grande folla che sempre accorre ovunque lui si trovi, è stanziato in un luogo deserto.
Alla fine della giornata la moltitudine delle persone è ancora lì, ma è ora di cena, e i discepoli si rendono conto di non avere nulla da dar loro, allora si rivolgono al Maestro chiedendogli di mandarli via. Ma Gesù gli risponde che c’è da mangiare per tutti, e di fronte allo stupore dei discepoli si fa portare quel poco che hanno, cinque pani e due pesci.
Cosa vuole dire questo passo ce lo spiega il Papa: “Gesù sa bene quello che sta per fare, ma vuole cambiare il loro atteggiamento: non dire -congedali, che si arrangino, che trovino loro da mangiare-, no, ma –che cosa ci offre la Provvidenza da condividere?-. Due atteggiamenti contrari.”
E il gesto di spezzare questo pane che poi distribuisce generosamente a tutti ricorda l’Eucaristia “e va notato come sia stretto il legame tra il pane eucaristico, nutrimento per la vita eterna, e il pane quotidiano, necessario per la vita terrena. Prima di offrire se stesso al Padre come Pane di salvezza, Gesù si cura del cibo per coloro che lo seguono e che, pur di stare con Lui, hanno dimenticato di fare provviste”.
Il sentimento permeante le opere di Gesù è la compassione. “Questa parola che si ripete nel Vangelo quando Gesù vede un problema, una malattia o questa gente senza cibo […] la vera compassione è patire con, prendere su di noi i dolori altrui.”
E la raccomandazione del Pontefice è ricordare di avere compassione per i dolori altrui, non vederli come una cosa lontana, che non ci tocca, poiché lo spirito cristiano è anche questo, “un percorso di fraternità”.
Caro Francesco,
ascolta il consiglio di un Amico. Aspetta dieci giorni ed osserva: Tu sei leale ed espansivo, ma attorno a Te nascondono quello che pensano dentro il loro cuore. Aspetta e considera: poi potrai distinguere le persone che Ti sono veramente amiche. Noi non possiamo fare tutto, ma possiamo creare una rete di sostegno a chi ha più bisogno, nominando responsabili di dieci, cinquanta, cento ecc. Neppure dobbiamo svenarci per realizzare qualcosa impedendoci poi di continuare perché abbiamo già dato tutto… Impariamo dal Padre come comportarci: Egli è sempre fedele e fa SOLO il ns bene. Ma con che pazienza, con che psicologia: esempio dice Lui a Mosè di mandare a verificare la Bontà della Terra Promessa. Spera che Mosè, bastian contrario, dica no! Ma sa che non è così e possa Dio perdonarci i ns Pensieri di Superbia. Il sesto comandamento non è vietare ma essere sinceri con l’Altro, sempre. Dobbiamo vivere fidandoci di chi merita e prevenendo la delusione di chi non vuole che conosciamo il suo Cuore. Il ns compito non fare Noi quello che Dio sa fare meglio di noi! Ma, visto la Sua Grandezza, è farLo conoscere nella Sua Bontà ed Amicizia a tutti ed evitare noi di deluderLo. Ma più Lo conosciamo, con il Suo Aiuto, più possiamo sperare di non darGli anche noi delle delusioni alla su Fiducia. Stammi bene
Tuo, nell’Amore di Dio, Silvano.