Il messaggio di Natale alla Benedizione Urbi et Orbi del Pontefice racconta di un mondo di fratelli reso possibile grazie alla nascita del Bambino, che è nato per noi.
“Nel Natale celebriamo la luce del Cristo che viene al mondo e lui viene per tutti: non soltanto per alcuni ” questo il concetto, “tutti possiamo chiamarci ed essere realmente fratelli: di ogni continente, di qualsiasi lingua e cultura, con le nostre identità e diversità, eppure tutti fratelli e sorelle.”
E in quanto tali dobbiamo essere solidali, soprattutto in questo momento storico che ci vede alle prese con la Pandemia poiché “siamo tutti sulla stessa barca. Ogni persona è mio fratello. In ciascuno vedo riflesso il volto di Dio e in quanti soffrono scorgo il Signore che chiede il mio aiuto. Lo vedo nel malato, nel povero, nel disoccupato, nell’emarginato, nel migrante e nel rifugiato: tutti fratelli e sorelle! ”
L’ occhio amorevole di Bergoglio va anche ai bambini nei territori di guerra, e a tutte le persone in preda ai conflitti sociali e politici di tutto il Medio Oriente e il Mediterraneo orientale, la Siria, la Libia, che la pace possa scendere nei cuori di israeliani e palestinesi, e ancora una menzione per il Libano, l’Africa e l’Ucraina.
Tutto il mondo sia salvato dalla grazia del dono di Dio, Suo figlio Gesù il quale “ ci annuncia che il dolore e il male non sono l’ultima parola. Rassegnarsi alle violenze e alle ingiustizie vorrebbe dire rifiutare la gioia e la speranza del Natale.”
E infine l’ultimo pensiero di Papa Francesco va alle famiglie, all’amore familiare consacrato dalla nascita di Gesù che “ è nato in una stalla, ma avvolto dall’amore della Vergine Maria e di San Giuseppe” affinchè “ per tutti il Natale sia l’occasione di riscoprire la famiglia come culla di vita e di fede; luogo di amore accogliente, di dialogo, di perdono, di solidarietà fraterna e di gioia condivisa, sorgente di pace per tutta l’umanità. ”