Inizia un nuovo ciclo di catechesi, e il primo argomento trattato all’Udienza è stato la lettera ai Galati dell’apostolo Paolo, che ci fa comprendere qualcosa in più di questo personaggio e affronta argomenti che sembrano attuali.
Si parla dell’evangelizzazione di Paolo nel territorio della Galazia, “un’antica popolazione celtica che, attraverso tante peripezie, si erano stabiliti in quella estesa regione dell’Anatolia che aveva il capoluogo nella città di Ancyra, oggi Ankara, la capitale della Turchia.” La cosa importante è che oggi come allora si procede per gradi, “Paolo, quando arrivava in una città, in una regione, non faceva subito una grande cattedrale, no. Faceva le piccole comunità.” Ma subito si accorge che queste piccole comunità sono in pericolo, “alcuni cristiani venuti dal giudaismo […] cominciarono a seminare teorie contrarie all’insegnamento dell’Apostolo, giungendo perfino a denigrare la sua persona.” Cosa che accade da sempre, alcuni si presentano “come gli unici possessori della verità – i puri – e puntano a sminuire anche con la calunnia il lavoro svolto dagli altri. Questi avversari di Paolo sostenevano che anche i pagani dovevano […] vivere secondo le regole della legge mosaica. Tornano indietro alle osservanze di prima, le cose che sono state oltrepassate dal Vangelo.”
La popolazione dunque non sa a chi credere, il dubbio è stato seminato, chi ha ragione? Anche oggi accade la stessa cosa, alcuni “si presentano non anzitutto per annunciare il Vangelo di Dio che ama l’uomo in Gesù Crocifisso e Risorto, ma per ribadire con insistenza, da veri e propri custodi della verità – così si chiamano loro -, quale sia il modo migliore per essere cristiani.” E questo loro modo è sempre un rigido ritorno al passato, ma la vera strada da seguire la indica Paolo nella lettera: “ la via dell’annuncio, che si realizza attraverso l’umiltà e la fraternità[…] nella certezza che lo Spirito Santo opera in ogni epoca della Chiesa ”