Il Vangelo di Marco commentato all’Angelus questa prima domenica di ottobre vede un Gesù indignato con i suoi stessi apostoli ai quali impartisce una grande lezione.
“La sua indignazione non è causata dai farisei che lo mettono alla prova con domande sulla liceità del divorzio, ma dai suoi discepoli che, per proteggerlo dalla ressa della gente, rimproverano alcuni bambini che vengono portati da Gesù.” Ancora una volta si pone l’attenzione sull‘importanza dei bambini, coloro che hanno bisogno e nulla da offrire, ma che vanno “serviti per primi. ” Una grande metafora per dire che “chi cerca Dio lo trova lì, nei piccoli, nei bisognosi: bisognosi non solo di beni, ma di cura e di conforto, come i malati, gli umiliati, i prigionieri, gli immigrati, i carcerati. Lì c’è Lui: nei piccoli. Ecco perché Gesù si indigna: ogni affronto fatto a un piccolo, a un povero, a un bambino, a un indifeso, è fatto a Lui.”
Ma con le sue parole Gesù ha voluto dire anche un’altra importante verità, ovvero che anche noi dobbiamo sentirci piccoli al cospetto del Padre, bisognosi del suo amore, solo così possiamo accoglierlo ma a volte lo dimentichiamo: “nella prosperità, nel benessere, abbiamo l’illusione di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aver bisogno di Dio.” Solo se riconosciamo di essere piccoli, possiamo crescere.
“Quando ci sentiamo piccoli di fronte a un problema, piccoli di fronte a una croce, a una malattia, quando proviamo fatica e solitudine, non scoraggiamoci. Sta cadendo la maschera della superficialità e sta riemergendo la nostra radicale fragilità: è la nostra base comune, il nostro tesoro, perché con Dio le fragilità non sono ostacoli, ma opportunità.” E proprio quando abbiamo bisogno, nei momenti più difficili in cui preghiamo, ci rendiamo conto dell’amore di Dio, che come un vero padre si fa più vicino con compassione per darci la pace.