Prosegue la riflessione di Papa Francesco sulle lettere di San Paolo; all’Udienza odierna l’argomento considerato è la libertà cristiana, vero “dono ed eredità da custodire”.
Così Paolo riguardo ai Galati non si spiega come essi “dopo avere conosciuto e accolto la verità di Cristo, si lasciassero attirare da proposte ingannevoli, passando dalla libertà alle schiavitù: dalla presenza liberante di Gesù alla schiavitù del peccato, del legalismo e così via.” È attraverso il battesimo che i cristiani hanno ottenuto la libertà, e chi cerca di predicare escludendo o limitando la libertà non lo fa evangelicamente. Lo stesso Gesù nel Vangelo di Giovanni 8,31-32 raccomanda “’Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi‘ . Il richiamo, dunque, è anzitutto quello di rimanere in Gesù, fonte della verità che ci fa liberi. La libertà cristiana, quindi, si fonda su due pilastri fondamentali: primo, la grazia del Signore Gesù; secondo, la verità che Cristo ci svela e che è Lui stesso.”
Attraverso il suo sacrificio ha donato a noi la libertà, ma, fa notare Francesco, questo è un concetto difficile da apprendere “questo non cessa di stupirci: che il luogo dove siamo spogliati di ogni libertà, cioè la morte, possa diventare fonte della libertà.” Eppure è così perché “la libertà più vera, quella dalla schiavitù del peccato, è scaturita dalla Croce di Cristo. Siamo liberi dalla schiavitù del peccato per la croce di Cristo.”
Altra parola importante è la verità, “la libertà rende liberi nella misura in cui trasforma la vita di una persona e la orienta verso il bene. Per essere davvero liberi abbiamo bisogno non solo di conoscere noi stessi, a livello psicologico, ma soprattutto di fare verità in noi stessi, a un livello più profondo. E lì, nel cuore, aprirci alla grazia di Cristo.”