La Lettera ai Galati di San Paolo ancora punto focale della catechesi del mercoledì all’Udienza, in particolare si approfondisce la libertà della fede.
È un nuovo modo di concepire la fede, dopo il Battesimo portato da Cristo “siamo passati da una religiosità fatta di precetti alla fede viva, che ha il suo centro nella comunione con Dio e con i fratelli, cioè nella carità. Siamo passati dalla schiavitù della paura e del peccato alla libertà dei figli di Dio.” Una libertà che porta con sé, se vogliamo, una sorta di schiavitù verso gli altri, attraverso la carità. Questo, ammette Francesco, è un paradosso: “siamo liberi nel servire, non nel fare quello che vogliamo. Siamo liberi nel servire, e lì viene la libertà; ci troviamo pienamente nella misura in cui ci doniamo.”
Questo sarà possibile solo grazie all’amore, “ è l’amore di Cristo che ci ha liberati ed è ancora l’amore che ci libera dalla schiavitù peggiore, quella del nostro io; perciò la libertà cresce con l’amore. […] È l’amore che risplende nel servizio gratuito, modellato su quello di Gesù, che lava i piedi ai suoi discepoli e dice: ‘Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi’.(Gv 13,15) ” Nessun egoismo quindi, non la ricerca dei propri interessi ma la carità e l’amore verso gli altri, quella guidata dall’amore è l’unica libertà “che sa ascoltare senza imporre, che sa voler bene senza costringere, che edifica e non distrugge, che non sfrutta gli altri per i propri comodi e fa loro del bene senza ricercare il proprio utile. […] la libertà animata dall’amore conduce verso i poveri, riconoscendo nei loro volti quello di Cristo.” Una visione comunitaria che rappresenta la cristianità e “consente di guardare al bene comune e non all’interesse privato,” gli altri come parte di noi, non un ostacolo a noi.