In occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo il Pontefice ha tenuto l’Angelus in Piazza San Pietro nel quale ha ricordato il percorso di fede dei due apostoli.
“C’è un ‘apprendistato’ della fede, che ha riguardato anche gli apostoli Pietro e Paolo, simile a quello di ognuno di noi. Anche noi crediamo che Gesù è il Messia, il Figlio del Dio vivente, ma occorrono tempo, pazienza e tanta umiltà perché il nostro modo di pensare e di agire aderisca pienamente al Vangelo.” Queste le parole del Santo Padre.
E ricorda come Pietro quasi rimprovera Gesù perché non può credere che il Messia debba soffrire; allo stesso modo noi, sebbene professiamo la nostra fede, dinanzi alle prove più difficili vacilliamo e “siamo portati a protestare col Signore, dicendogli che non è giusto, che ci devono essere altre vie, più diritte, meno faticose. Viviamo la lacerazione del credente, che crede in Gesù, si fida di Lui; ma nello stesso tempo sente che è difficile seguirlo ed è tentato di cercare strade diverse da quelle del Maestro.”
Anche Paolo intraprende un cammino verso la fede, che comincia nel noto episodio della folgorazione sulla via di Damasco, quando “l’apparizione del Risorto” lo trasforma da persecutore dei cristiani a cristiano egli stesso.
Lo stesso Paolo ha un percorso difficoltoso e irto di crisi e fallimenti, perché “il cammino di fede non è una passeggiata, ma è impegnativo, a volte arduo: anche Paolo, divenuto cristiano, dovette imparare ad esserlo fino in fondo in maniera graduale, soprattutto attraverso i momenti di prova.”
E noi come ci comportiamo davanti alle prove, alle difficoltà? “quando professo la mia fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, lo faccio con la consapevolezza di dover sempre imparare, oppure presumo di ‘aver già capito tutto’? ” chiede Francesco, e “nelle difficoltà e nelle prove mi scoraggio, mi lamento, oppure imparo a farne occasione per crescere nella fiducia verso il Signore?”