Nell’udienza generale di oggi, Papa Francesco ha continuato la sua riflessione sulle virtù teologali, concentrandosi sulla speranza come pilastro fondamentale della fede cristiana.
La speranza, ha spiegato il Papa, è quella virtù per cui desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come fonte di felicità, confidando nelle promesse di Cristo e nell’aiuto della grazia dello Spirito Santo. È la risposta al profondo interrogativo che sorge in noi riguardo al senso del nostro viaggio sulla terra e al destino finale del mondo.
Una risposta negativa a queste domande può generare tristezza e disperazione. Senza una visione del futuro luminosa e affidabile, tutte le altre virtù rischiano di perdere significato. Il cristiano, tuttavia, ha la speranza non per merito proprio, ma perché crede nella morte e risurrezione di Cristo e nell’efficacia della sua redenzione.
Bergoglio ha sottolineato come la speranza sia una virtù contro cui spesso peccano gli uomini, specialmente quando si abbandonano alla malinconia o si sentono schiacciati dai propri peccati. Ha ricordato che Dio perdona sempre e che la speranza è una luce capace di illuminare anche le notti più buie.
La speranza è strettamente legata alla pazienza: mentre alcuni desiderano tutto e subito, coloro che sono animati dalla speranza e pazienti sono capaci di attraversare le difficoltà con fiducia. Il pontefice ha esortato tutti a coltivare questa virtù, ricordando che essa è per chiunque abbia un cuore giovane, indipendentemente dall’età.
Nel concludere l’udienza, il Papa ha invitato i fedeli a pregare per la pace nel mondo, specialmente per l’Ucraina, la Palestina e Israele. Ha affidato alla Madonna del Rosario di Pompei i giovani, gli ammalati, gli anziani e gli sposi presenti, incoraggiando tutti a valorizzare la preghiera del Santo Rosario durante il mese di maggio: Oggi la Chiesa eleva la preghiera della “Supplica” alla Madonna del Rosario di Pompei.