Nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Papa Francesco ha tenuto un toccante Angelus, centrato sulla figura di San Pietro e sull’importanza delle chiavi del Regno dei Cieli. Il pontefice ha riflettuto sul significato profondo dell’autorità e del servizio all’interno della Chiesa, richiamando i fedeli a un esercizio di umiltà e dedizione.
Papa Francesco ha iniziato il suo discorso richiamando le parole di Gesù a Pietro: «A te darò le chiavi del Regno dei cieli» (Mt 16,19). Le chiavi, spesso rappresentate nella mano di San Pietro, simbolizzano l’autorità conferita da Cristo. Tuttavia, il Papa ha sottolineato che questa autorità non deve essere vista come un potere dispotico, ma come un servizio. “Perché l’autorità è un servizio, e un’autorità che non è servizio è dittatura,” ha affermato con forza.
Il Papa ha proseguito spiegando che le chiavi del Regno non sono strumenti per blindare un tesoro, ma per aprire la via a tutti. Gesù descrive il Regno dei Cieli con immagini semplici e umili: un piccolo seme, una perla preziosa, un tesoro nascosto, una manciata di lievito (cfr Mt 13,1-33). Questi simboli indicano che per raggiungere il Regno è necessario coltivare virtù come la pazienza, l’attenzione, la costanza, l’umiltà e il servizio.
Papa Francesco ha ricordato che San Pietro non era perfetto, anzi, era un peccatore che ha dovuto convertirsi e comprendere che l’autorità è un servizio. La sua esperienza personale di cadute e risalite, culminata nel martirio, è un esempio di come la fede e l’affidamento alla misericordia di Dio possano trasformare la vita. Pietro ha saputo sostenere e fortificare i suoi fratelli, come richiesto da Gesù (cfr Lc 22,32), dimostrando che anche un uomo imperfetto può diventare un grande strumento di Dio.
Il Papa ha invitato i fedeli a riflettere sulla propria vita e sul desiderio di entrare nel Regno dei Cieli, lasciandosi guidare e modellare da Gesù e dallo Spirito Santo. “Io coltivo il desiderio di entrare, con la grazia di Dio, nel suo Regno, e di esserne, con il suo aiuto, custode accogliente anche per gli altri?” ha chiesto, sollecitando un esame di coscienza sincero.
Rivolgendo il suo saluto ai presenti, in particolare ai romani, Papa Francesco ha espresso la sua preghiera per le famiglie in difficoltà, gli anziani soli, i malati, i carcerati e tutte le persone in situazioni di sofferenza. Ha augurato a ciascuno di fare l’esperienza dell’amore di Gesù Cristo, che salva e spinge a donare la propria vita con gioia.
Un Pensiero per la Pace
Concludendo il suo Angelus, il Papa ha espresso dolore per le sofferenze causate dalla guerra e ha pregato per la liberazione dei prigionieri, ricordando con gratitudine la liberazione di due sacerdoti greco-cattolici. Ha invocato la pace e la liberazione per tutte le popolazioni minacciate dai conflitti.
SANTO PADRE, NOI CONTIAMO SU DI LEI E’ L’UNICO CHE PUO’ SALVARE LA CHIESA ED IL … MONDO!