“Gesù comunica la via della vita, quella via che Lui stesso percorre, anzi, che Lui stesso è, e la propone come via della vera felicità” con queste semplici parole Papa Francesco introduce e spiega, nel , il discorso sulla montagna, ovvero la “sua prima grande predicazione, sulla riva del lago di Galilea”.
In questo discorso Gesù proclama le beatitudini e indica queste come la strada da seguire per essere Suoi discepoli: Lui “nel proclamare le Beatitudini Gesù ci invita a seguirlo” in questo percorso che non è affatto “una strada facile, ma il Signore ci assicura la sua grazia e non ci lascia mai soli“.
Il messaggio di Gesù è rivoluzionario poichè, spiega Bergoglio, allora come oggi, continua a portare “un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante“.
Il messaggio di Gesù è dunque estremamente attuale e la via che ci indica comporta una scelta da parte nostra: “Gesù non ha avuto paura di chiedere ai suoi discepoli – commenta il Pontefice – se volevano davvero seguirlo o piuttosto andarsene per altre vie“.
Così Gesù non ha paura a chiederlo oggi a noi affinché “rispondiamo alla sua proposta di vita, perché decidiamo” e questa è la grande sfida della fede “quale strada vogliamo percorrere per arrivare alla vera gioia”.
Per rispondere a questa domanda il Vescovo di Roma invita a fare “emergere le aspirazioni più profonde del vostro cuore” solo così infatti “vi renderete conto che in voi c’è un inestinguibile desiderio di felicità“.
La consapevolezza di “questo vi permetterà di smascherare e respingere le tante offerte “a basso prezzo” che trovate intorno a voi“.
“Quando cerchiamo il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico e ne facciamo degli idoli, possiamo anche provare momenti di ebbrezza, un falso senso di appagamento” riflette Papa Francesco “ma alla fine diventiamo schiavi, non siamo mai soddisfatti, siamo spinti a cercare sempre di più. È molto triste vedere una gioventù “sazia”, ma debole“.
non dimentichiamo.che siamo ,nel 2014,le cose nel corso del tempo ,sono cambiate,la cosa positiva,il computer,la cosa negativa che noi ragazzi ,non abbiamo obiettivi,dal punto di vista umano,dal punto di vista professionale.
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Noi dai 40 ai 60 anni avevamo sete di crescita materiale, dato che uscivamo da situazioni di povertà o quasi. Abbiamo cresciuto dei giovani che non sono così assetati e quindi sono più semplici, più aperti alle amicizie genuine, più fiduciosi verso il prossimo. Per grazia di Gesù non abbiamo fatto poi così male. Però sta sempre a noi che deteniamo ancora il comando a non guastare quel poco che abbiamo fatto , a non mostrare loro un monde che chiede solo misfatti.
Santo Padre os jovens de hoje perdem a sua dignidade porque há muitas facilidades, muitos interesses e muitas opções e esquecem do principal que é Jesus Cristo que nos ensina a ser mais sóbrios com aquilo que têm.
Deixaram de ir à catequese para aprender o que Jesus nos ensina no amor e na sua misericórdia.
Santità,
la gioventù, oggi, come la mia generazione, non è debole ma gracile perchè le generazioni precedenti la mia in particolare sono state molto egoiste e materialiste.
Anzichè costruire hanno distrutto!
Noi, oggi quarantenni, cosa troviamo? Solo cenere e carboni!
Un mondo in cui prevalgono i privilegiati spesso incapaci di offrire alternative e, quindi, assistiamo a un progressivo crescere del relativismo storico e sociale.
Io stesso sono vittima dei sistemi costruiti con dovizia in questi decenni scorsi a vantaggio di pochi prescelti.
Santità, se un granellino di senape potesse dare anche il più modesto contributo alla ricostruzione di ciò che abbiamo distrutto nel corso del tempo, la prego di volermi ritenere umilmente disponibile là dove Lei pensasse di approfondire questo mio desiderio.
Pace e bene!
Noi, per dichiarare ad una ragazza il nostro amore, la prendevamo per mano, la guardavamo negli occhi, mentre ci batteva forte il cuore…mentre adesso ci pensa facebook a dichiarare, e i nostri giovani hanno perso anche l’emozione…di amare!