Nel commento all’ abbiamo visto come Papa Francesco ci ammonisca riguardo quei peccatori che credendo di essersi liberati da Dio non si accorgono che hanno solo sostituito Dio con se stessi. Questo é ciò che produce il dimenticarsi dell’Amore di Dio sostituendolo, perché non possiamo sottrarci dal bisogno dell’amore, con l’amore per se stessi.
Nell’omelia del 04 giugno, completando il messaggio del giorno precedente Papa Francesco ci fa notare come il linguaggio che questi corrotti usano sia quello dell’ipocrisia. Un linguaggio fatto di adulazioni e lusinghe sul quale il Papa si era già soffermato nella passata omelia del 4 maggio.
Già all’epoca aveva spiegato come funziona il linguaggio dell’ipocrisia “Ma, guarda, fai questo, una piccola truffa … non c’è niente, è piccola …”, dice il corrotto nell’esempio del Papa e così ottiene il suo risultato incominciando “a portarci su una strada un po’ non giusta.”
Quindi vedendo che sta facendo breccia nei nostri cuori il corrotto ci incalza dicendo “Questa è una pia bugia: ‘Fallo, fallo, fallo: non c’è problema”‘ e amaramente commenta Papa Francesco “incomincia da poco, sempre, no?”
Poi inizia la lusinga “E: ‘Ma … tu sei bravo, tu sei bravo: puoi farlo’” così ottenendo il suo obbiettivo, dice il Papa, poiché il corrotto “E’ lusinghiero, e con le lusinghe ci ammorbidisce. Fa così. E poi, noi cadiamo nella trappola”.”
Ci aveva detto nell’omelia del 4 maggio “Voi potete fare la domanda: ‘Padre, qual è l’arma per difendersi da queste seduzioni…da queste lusinghe?’. L’arma è la stessa arma di Gesù: la Parola di Dio”
La parola di Dio ci difende da queste lusinghe, la Parola che nell’omelia di oggi Papa Francesco ci spiega essere una parola chiara, senza doppi sensi, senza adulazioni e lusinghe E quando Gesù parla ai suoi discepoli, dice: ‘Ma il vostro parlare sia ‘Sì, sì! No, no!’
Purtroppo ammette il Papa, quasi in una piccola confessione, “tutti noi abbiamo una certa debolezza interiore e ci piace ci dicano cose buone di noi. Ci piace, a tutti.Qualcosa di vanità abbiamo, eh? Questi corrotti lo sanno e con questo linguaggio cercano di indebolirci”.
Da qui la sua riflessione“Pensiamo bene oggi: qual è la nostra lingua? Parliamo in verità, con amore, o parliamo un po’ con quel linguaggio sociale di essere educati, anche di dire cose belle, ma che non sentiamo?
Il linguaggio del cristiano non é dunque quello del politicamente corretto, non é rivolgendoci all’altro nascondendo la verità e “con parole morbide, con parole belle, con parole troppo zuccherate” che seguiamo la Croce. Coloro che si comportano così “non amano la verità” ma soltanto se stessi, “e così cercano di ingannare, di coinvolgere l’altro nella loro menzogna, nella loro bugia. Loro hanno il cuore bugiardo, non possono dire la verità“.
L’ipocrisia non è un linguaggio di verità, perché la verità mai va da sola. Mai! Va sempre con l’amore!
Ecco dunque che Papa Francesco ci insegna che Non c’è verità senza amore. L’amore è la prima verità. Se non c’è amore, non c’è verità concetti che sicuramente avremo modo di approfondire nel corso del cammino nel quale Papa Francesco ci sta guidando ogni giorno.
Terminiamo anche oggi chiedendo l’aiuto del Signore, con le parole del Papa Chiediamo oggi al Signore che il nostro parlare sia il parlare dei semplici, parlare da bambino, parlare da figli di Dio, parlare in verità dall’amore”.