La salvezza é reale
“Gesù Cristo non ci ha salvati con un’idea, con un programma intellettuale” Il Signore che professiamo ci ha salvato in maniera concreta, non per mezzo di idee e concetti assoluti. E’ una salvezza reale quella di Gesù che interviene nella nostra vita di tutti i giorni, che ci tocca quotidianamente.
E’ questo l’oggetto dell’omelia di Papa Francesco del 14 di giugno a Santa Marta e per questo egli ci spiega che non dobbiamo aver paura non solo confessare nostri peccati, ma del rendere pubblici i nostri peccati e dell’ammettere di essere peccatori perché essere cristiani non é parlare per idee generali ma per fatti concreti.
E’ in questo ci porta l’esempio dell’apostolo Paolo che spesso parla dei suoi peccati, del suo essere stato persecutore della chiesa. Ma Paolo non ce ne parla per vantarsi e per dirci che un tempo era peccatore ed ora é santo, non ce ne parla per farsi bello. No, no! Paolo continua costantemente a mostrare il suo lato debole, il suo essere carne, la realtà e la concretezza del suo peccato.
Perché dice il Papa non dobbiamo essere peccatori a livello ideale, noi siamo peccatori nel concreto, nei fatti di ogni giorno ed é questo peccato che dobbiamo riconoscere e chiedere perdono al Signore.
Se pensiamo solo al peccato come a un qualcosa di ideale, che non proviamo direttamente finisce che “non possiamo annunziare Gesù Cristo Salvatore perché nel fondo non lo sentiamo.” E questo vale per noi popolo di Dio e a maggior ragione per i suoi sacerdoti, dice il Papa.
Un richiamo dunque ad essere esempi di umiltà anche per il clero, ma non di quella umiltà di facciata, “da immaginetta” dice esattamente Papa Francesco, ma una umiltà concreta perché per annunciare il vangelo bisogna sentire realmente la presenza di Cristo che ci salva dai nostri peccati. E se pensiamo di non avere peccati o che questi siano solo un qualcosa di teorico, ecco che non sentiamo Cristo che ci salva nella nostra realtà di ogni giorno.
“Fratelli, noi abbiamo un tesoro: questo di Gesù Cristo Salvatore. La Croce di Gesù Cristo, questo tesoro del quale noi ci vantiamo. Ma lo abbiamo in un vaso di creta. Vantiamoci anche del nostro prontuario, dei nostri peccati. E così il dialogo è cristiano e cattolico: concreto, perché la salvezza di Gesù Cristo è concreta.