“Il Vangelo di oggi ci mostra che cosa fa Dio di fronte al nostro male“, ha spiegato Papa Francesco nella riflessione prima della preghiera mariana dell’Angelus, “Dio non viene ad eliminare dal mondo la sofferenza e la morte; non viene neanche a “tenere una lezione” sul dolore; viene piuttosto a prendere su di sé il peso della nostra condizione umana, a portarla fino in fondo, per liberarci in modo radicale e definitivo“.
Nel Vangelo del giorno è raccontata la guarigione da parte di Gesù di un lebbroso. La lebbra, ha chiarito il Pontefice, è un “caso emblematico” che rappresenta tutti coloro che sono emarginati. Infatti “la lebbra è una malattia contagiosa e impietosa, che sfigura la persona, e che era simbolo di impurità – ha commentato il Santo Padre – il lebbroso doveva stare fuori dai centri abitati e segnalare la sua presenza ai passanti“. Questo suo status comportava dunque l’essere “emarginato dalla comunità civile e religiosa. Era come un morto ambulante“.
Sono tre i momenti nei quali si svolge l’azione, tre passaggi che ci spiegano come, anche noi, possiamo chiedere la guarigione dai nostri mali a Gesù: “l’invocazione del malato, la risposta di Gesù, le conseguenze della guarigione prodigiosa“. Nello specifico, ha spiegato Bergoglio, “il lebbroso supplica Gesù «in ginocchio» e gli dice: «Se vuoi, puoi purificarmi» (v. 40). A questa preghiera umile e fiduciosa, Gesù reagisce con un atteggiamento profondo del suo animo: la compassione“.
È proprio la compassione, ovvero il “patire-con-l’altro”, la chiave che apre “il cuore di Cristo“, il quale “manifesta la compassione paterna di Dio per quell’uomo, avvicinandosi a lui e toccandolo. E questo particolare è molto importante. Gesù «tese la mano, lo toccò … e subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato» (v. 41)“.
Cosa ci insegna questo passaggio? Ci dice che “la misericordia di Dio supera ogni barriera e la mano di Gesù tocca il lebbroso. Egli non si pone a distanza di sicurezza e non agisce per delega, ma si espone direttamente al contagio del nostro male – ha detto Papa Francesco – e così proprio il nostro male diventa il luogo del contatto: Lui, Gesù, prende da noi la nostra umanità malata e noi prendiamo da Lui la sua umanità sana e risanante. Questo avviene ogni volta che riceviamo un Sacramento: il Signore Gesù ci “tocca” e ci dona la sua grazia“.
Questa lettura, però, non solo ci insegna come chiedere a Gesù la guarigione dei nostri peccati, ma ci invita a diventare noi stessi strumenti di guarigione: “a noi, oggi, il Vangelo della guarigione del lebbroso dice che, se vogliamo essere veri discepoli di Gesù, siamo chiamati a diventare, uniti a Lui, strumenti del suo amore misericordioso, superando ogni tipo di emarginazione. – ha concluso Francesco – Per essere “imitatori di Cristo” (cfr 1 Cor 11,1) di fronte a un povero o a un malato, non dobbiamo avere paura di guardarlo negli occhi e di avvicinarci con tenerezza e compassione, e di toccarlo e di abbracciarlo… Un gesto di tenerezza, un gesto di compassione… vi domando: quando aiutate gli altri, li guardate negli occhi? Li accogliete senza paura di toccarli? Li accogliete con tenerezza? Pensate a questo: come aiutate? A distanza o con tenerezza, con vicinanza? Se il male è contagioso, lo è anche il bene. Pertanto, bisogna che abbondi in noi, sempre più, il bene. Lasciamoci contagiare dal bene e contagiamo il bene!“
Caro Papa non sapevo come iniziar questa lettera perché cio che ho da chiedere . Lo chiedo per me e fino ad oggi non mi era mai successo di chiedere niente a nessuno per me stessa. Ma sono anni che cerco di avere i sacramenti .. senza nessun successo. . Ho 33 anni e tre figli qui gli sto perdendo .. perche alla loro corta età hanno perso la fede.. mi sento responsabile perché mi sono dedicata al lavoro per una serie di motivi che non giustificano la mancanza di insegnamento Cristiano a casa mia. . Io non sono battezzata, ne ho fatto gli altri sacramenti, desidero di tutto cuore poter farli. . E non so che strata prendere.. so che lei ha molte cose da fare.. ma se mai lei potese aiutarmi in questa mia necessità di essere vicina al nostro signore .. mi sento smarrita e ho bisogno del pane spirituale..sperando ansiosamente una sua notizia.
In fede
Fatima Fernanda Macias Z.
Come sono toccanti ed invitanti le Sue parole, Santità! Nel dolore e nella malattia, possiamo aprire , come è successo a me, il nostro cuore e la nostra mente, alla luce e all’ascolto delle opere e delle parole di Gesù, Nostro Salvatore, trovando conforto e spiegazione a tutto ciò che accade a noi e intorno a noi. Così è nel dolore che ho scelto di farmi curare da Colui che tutto sa, vede e provvede e devo dire che mi sento diversa, cambiata e anche gli altri lo hanno notato. I miei occhi vedono meglio, il mio cuore sente più forte e la mia mente è rivolta a pensieri che mi portano a concretizzare azioni rivolte al bene dal quale mi lascio felicemente contagiare, prego, leggo ed approfondisco testi sacri. Prego per Lei, Santo Padre affinché il Buon Dio voglia donarci ancora a lungo i Suoi sorrisi, i Suoi gesti e le Sue parole che sono tutti contagiosi di Sommo Bene.Tutti, insieme a Lei, preghiamo affinché il Bene prevalga, possa contagiare e penetrare nei cuori e nelle menti di tutti gli uomini , anche di quelli che sono contagiati dal male e che in questi ultimi tempi, diffondono terrore , odio, morte e distruzione in ogni angolo di questo mondo. O Dio, il solo ed unico creatore del cielo e della terra, accogli le preghiere di tutti gli uomini che abitano nei cinque continenti, tutti, in questi momenti incerti e terribili, Ti implorano e Ti chiedono di donare il Bene della Pace. Amen
abbiamo perso………, il consumismo ha ucciso tutti i nostri valori, oggi papa Francesco ci dice basta, l’egoismo ha costruito una società senza futuro, dobbiamo avere rispetto per la vita non essere omertosi, ” io sono la vite e voi i tralci”.
nell’era virtuale il Papa sottolinea l’importanza di toccare fisicamente chi si aiuta guardandolo negli occhi, perchè possa sentire la tenerezza oltre alla compassione
ricorda i lebbrosi, guariti al tocco di Gesù ma suggerisce di toccare la bontà perchè contagiosa
Giornata Mondiale malattie rare. Loreto 28 febbraio 2015. Presso Delegazione Pontificia della Santa Casa di Loreto.
http://www.malattierare.org
Il Papa con la catechesi sul Vangelo di oggi, ci insegna
ad accettare tutti gli uomini con amore, e non emarginare nessuno.
Oggi in mdo particolare ci sono molti coloro che sono emarginati, per motivi diversi, che vanno dalla malattia fisica e psichica,per povertà, etc.
Oggi più che mai dobbiamo pregare il Signore, affinche ci aiuti a liberare da tutti i tipi di lebbra.
A mio avviso la lebbra peggiore del mondo è l’indifferenza alla sofferenza del prossimo, noi come Gesù dobbiamo vincere questa indifferenza, andando a ceercare i poveri e gli emarginati, fuori dalle mura come faceva Gesù il quale andava a cercare i lebbrosi,fuori dalle mura della città dove loro vengono ghettizzati ed emarginati, non dobbiamo aver paura di sporcarci le mani e far sì che tutti coloro che sono emarginati, si sentono accolti ed amati, cioè dobbiamo chiedere a Gesù che ci doni il dono della compassione, verso chi soffre, ed amarlo.