Papa Francesco ha indetto oggi, Sabato 11 aprile 2015, durante i Primi Vespri della Domenica della Divina Misericordia, il Giubileo della Misericordia: “In un momento di grandi cambiamenti sociali – ha espresso il Santo Padre – la Chiesa è chiamata ad offrire più fortemente i segni della vicinanza e della presenza di Dio“.
Nella bolla di indizione del Giubileo, il Sommo Pontefice ha spiegato le ragioni del Giubileo stesso ricordando in primo luogo i tanti fratelli cristiani, così come tanti altri appartenenti ad altre religioni, che soffrono una “violenza inaudita” per il loro rifiuto di abiurare la propria fede.
“Questo è il tempo della misericordia di Dio – ha dunque spiegato Bergoglio – che riversatasi su di noi ci rende giusti donandoci la pace“. Quella pace che “permane come il desiderio di tante popolazioni che subiscono la violenza inaudita della discriminazione e della morte, solo perché portano il nome cristiano“.
La risposta cristiana di fronte a tanta violenza è la preghiera, che deve farsi “ancora più intensa” fino a trasformarsi in un vero e proprio “grido di aiuto al Padre ricco di misericordia, perché sostenga la fede di tanti fratelli e sorelle che sono nel dolore“.
Il Giubileo chiama così tutti i cristiani a “rimanere vigili e guardare all’essenziale” e chiedere al Padre il dono della conversione dei cuori, affinché possano “passare dall’indifferenza alla compassione“.
Questo Anno Santo sarà di stimolo e aiuto per “mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero – ha scritto Papa Francesco – e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza e di sentirsi amati dal Padre“.
Questo Anno Santo sarà “il tempo favorevole per curare le ferite – ha dunque concluso il Vescovo di Roma – per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti la via della riconciliazione e del perdono“.
La Chiesa, se pur con ritardo, ha ammesso colpe storiche ed ha chiesto e chiede scusa. Gli altri stati, di fronte alla parola genocidio, si incavolano e ritirano l’ambasciatore. Caro governo turco, perché ti arrabbi tanto? Vogliamo dar pace a tante anime straziate un secolo fa? Il tuo Dio ed il nostro Dio le hanno già accolte e vi hanno riempito di MISERICORDIA. Fatelo. È così semplice. Di cosa hai paura? Dell’opinione pubblica? Esci fuori dal coro e chiedi scusa. Il tuo Dio ed il nostro Dio, non aspettano altro. Con affetto immenso ti abbraccio in Cristo Gesù.
Caro Papa Francesco,
ringraziandola giorni fa della pubblicazione del mio commento sulla parola evangelica che un cristiano non porta violenza ,
ma se ferito cerca con gli altri di pregare evocando la misericodia di Dio che sul credo della fede su ognuno di noi manda il suo messaggio di salvezza.
Come semplice uomo rispondo che sin dalla creazione siamo dotati di guarire dalla ferite dal dolore e dalla sofferenza sulla consapevolezza di essere aiutati dalla forza superiore dello spirito chiamato amore di Dio, incoscio.cosmo,natura , o pensiero positivo di amore assoluto
Oovremmo solo essere grati a Dio,per la Sua immensa Misericordia che ogni giorno ci regala.Noi non meritiamo questa Grande Grazia,quando continuiamo a comportarci,come pecore invece che leoni,in difesa della Fede,lottando x la Giustizia e costruendo nella fratellanza.