Nella “Domenica del Buon Pastore“, ovvero la Quarta Domenica di Pasqua, Papa Francesco durante la propria omelia nella Santa Messa di ordinazione di nuovi sacerdoti e diaconi della Diocesi di Roma, ha indicato alcune delle caratteristiche del “Buon Pastore” ed ha invitato i nuovi presbiteri “ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù che, spogliando sé stesso, ci ha salvati con la sua misericordia“.
“Che le vostre omelie non siano noiose“: possano queste risvegliare la coscienza dei fedeli e arrivare “proprio al cuore della gente perché escono dal vostro cuore“. La coerenza di vita cristiana porta il sacerdote ad essere lui stesso esempio per il popolo fedele e in questo modo diventare vero e proprio “nutrimento per il Popolo di Dio“.
“Così si dà la Parola di Dio – ha quindi aggiunto il Santo Padre – il profumo della vostra vita sarà la testimonianza, perché l’esempio edifica, ma – ha ammonito allo stesso tempo – le parole senza esempio sono parole vuote, sono idee e non arrivano mai al cuore e addirittura fanno male“.
Proseguendo poi la propria riflessione, il Pontefice ha invitato i nuovi sacerdoti a vivere appieno il ministero sacerdotale, anche e soprattutto quando celebrano la Santa Messa: “quando voi celebrate la Messa, riconoscete dunque ciò che fate – ha detto – Non farlo di fretta! Imitate ciò che celebrate – non è un rito artificiale, un rituale artificiale – perché così, partecipando al mistero della morte e risurrezione del Signore, portiate la morte di Cristo nelle vostre membra e camminiate con Lui in novità di vita“.
Infine ha aggiunto il monito a non “rifiutare mai il Battesimo a chi lo chiede” e, soprattutto, a “non stancarvi mai di essere misericordiosi“: “nel confessionale voi starete per perdonare, non per condannare! – ha quindi concluso Papa Francesco – Imitate il Padre che mai si stanca di perdonare“.
Dopo le composizioni “A Papa Francesco”, “Grazie, Papa Francesco!” e “Vieni, Francesco, in Calabria!”, ecco la quarta poesia che dedico al nostro Pontefice:
Come Francesco
E’ giunto da lontano immantinente
l’altro Francesco, nuovo servitore:
Papa Bergoglio, l’astro rifulgente
nel nostro tempo iniquo e corruttore.
Accanto sempre all’egro e all’indigente
accesa ha la speranza in ogni cuore
poiché nell’uomo è Cristo sofferente,
Onnipotente e nostro Redentore.
– Francesco, il mondo intero v’è vicino
e prega che possiate rinverdire
la dolorosa ascesa della Croce. –
E’ segno certo del voler divino:
– Senza malizia si può ben capire
che solo il Papa è veritiera voce! –
Domenico Caruso
S. Martino di Taurianova (R.C.)
Nel confessionale il “CONFESSORE” deve perdonare e possibilmente dare opportuni consigli per evitare il ripetersi di dette situazioni. Il “PENITENTE” deve applicarsi affinché certe situazioni non si ripetono. Altrimenti a cosa serve “CONFESSARSI?” Si cerca comprensione? Come dire una approvazione indiretta. Oppure si è pentiti e si vuole guadagnare il perdono di Dio mettendo in pratica i suoi consigli vivendo come insegnava Gesù?