Papa Francesco nel corso dell’omelia di oggi, 21 maggio 2015, in Casa Santa Marta ha invitato nuovamente i cristiani a lavorare per una Chiesa unita, senza chiacchiere e menzogne, facendo memoria dell’invito di Gesù a essere una sola cosa.
Prendendo spunto dal Vangelo odierno (Gv 17,21) il Pontefice ha fatto notare come l’unità sia continuamente tentata dallo spirito del mondo, che sappiamo essere maestro della divisione e della menzogna. Noi cristiani, invece, “dobbiamo essere uno, una sola cosa, come Gesù e il Padre sono una sola cosa”.
L’unità è una vera e propria “sfida di tutti noi cristiani“: noi tutti siamo chiamati a “non lasciare posto alla divisione fra noi, non lasciare che lo spirito di divisione, il padre della menzogna entri in noi“, ha detto il Vescovo di Roma.
“Cercare sempre l’unità“, cosa vuol dire? Prima di tutto significa perdonare: “Ognuno è come è, ma cerca di vivere in unità. Gesù ti ha perdonato? Perdona tutti quanti. – ha spiegato il Santo Padre – Gesù prega perché noi siamo uno, una sola cosa. E la Chiesa ha tanto bisogno di questa preghiera di unità“.
Anzi, ha poi aggiunto il Pontefice, “forse, noi non siamo abbastanza attenti a queste parole: Gesù ha pregato per me! – ha aggiunto – Questo è proprio fonte di fiducia: Gesù prega per me, ha pregato per me…“
Quindi usando una icona per spiegare ai fedeli presenti l’importanza della preghiera di Gesù nei nostri confronti ha detto : “Io immagino – ma è una figura – com’è Gesù davanti al Padre, in Cielo. È così: prega per noi, prega per me“. E quindi ha aggiunto: “E cosa vede il Padre? Le piaghe, il prezzo. Il prezzo che ha pagato per noi. Gesù prega per me con le sue piaghe, col suo cuore piagato e continuerà a farlo“.
“E un altro consiglio che Gesù ha dato è di rimanere in Lui: «Rimanete in me». E Gesù chiede questa grazia, che tutti noi rimaniamo in Lui. – ha dunque concluso Papa Francesco – E qui ci indica perché, lo dice chiaramente: «Padre, voglio che quelli che mi hai dato, anch’essi siano con me dove sono io». Cioè, che questi rimangano là, con me. Il rimanere in Gesù, in questo mondo, finisce nel rimanere con Lui «perché contemplino la mia gloria»“.
Si può perdonare chi persevera nell’indifferenza (o, peggio ancora, nel piacere) di cagionare male e sofferenze a vittime indifese?! Vorrei poter capire.
IO prego affinchè si ravvedano in tempo, ponendo riparo al male cagionato. Il perdono – sempre – senza pentimento e ravvedimento, sinceramente non lo capisco.
DIO TI BENEDICA SANTO PADRE FRANCESCO, perdonare e’ sempre un osso duro per tante persone, in una lezio divina mi fu’ detto che e’ un dono di DIO, da allora chiedo questo dono a DIO PADRE, NEL NOME DI GESU’, LUI disse; qualunque cosa chiederete nel mio nome al PADRE vi sara’ data, io ci credo e chiedo. Poi compio le azioni per far capire a chi “mi ha offeso”che non e’ buono, per se e per gli altri. Quando questo atteggiamento viene posto nei miei confronti,ringrazio, si puo’ “offendere” IN BUONA FEDE”,si ha l’opportunita’ di scusarsi e correggersi, CRESCERE. Grazie. Ivana Barbonetti.
Perdono. Sempre perdono.
Di fronte alle sofferenze più atroci e insopportabili si parla di perdono a chi ne è irriducibilmente causa.
Ma come cessa il male? E come si pone fine alle sofferenze che cagiona?
L’inferno esiste e a chi è riservato? Giuda è stato assolto? Pilato ha avuto misericordia? I farisei? E’ difficile da comprendere.
Nel cuore dell’uomo abita la verita’, basta avere lo sguardo attento per far affiorare la misericordia dal nostro cuore, perche’ in esso c’ e’ il riverbero della luce divina. Se guardiamo a quella luce, tutto acquista un colore che rigenera la nostra esistenza.
Santo Padre chiedo una preghiera per mio fratello, ama talmente tanto i suoi pazienti che non ha curato l’ischemia.
E’ un esempio per me di dono infinito.
Grazie Santo Padre per camminare assieme a noi e accompagnarci ogni giorno con la Parola. È importante per tutti noi una catechesi quotidiana che ci aiuti a vivere la Parola odierna…metterla in pratica e Tu lo fai con le omelie.Grazie