Papa Francesco nell’, 3 giugno 2015, alla presenza di oltre 30.000 fedeli, nella Piazza San Pietro, continuando la propria , ha parlato della povertà, quale condizione di vita che mette alla prova la famiglia e la rende vulnerabile.
La povertà affligge molte famiglie nelle periferie delle grandi città e in alcune zone rurali. Spesso è aggravata dalla guerra, che è senza dubbio la madre di tutte le povertà, predatrice di vite, di anime e degli affetti più cari.
In mezzo a queste situazioni, molte famiglie cercano di vivere con dignità, confidando nella benedizione di Dio, divenendo così una vera scuola di umanità che salva la società dalla barbarie.
Ma questo riconoscimento non ci libera del nostro obbligo di sostenerle attraverso la preghiera e con i fatti affinché a nessuno manchi il pane, il lavoro, l’istruzione e la sanità.
È necessario che da tutti i livelli della vita pubblica si mettano a disposizione i mezzi per un nuovo ordine sociale, che rompa la spirale perversa tra famiglie e povertà che porta alla rovina.
Anche noi cristiani dobbiamo essere sempre più vicini alle famiglie che soffrono la povertà. La madre Chiesa deve mai dimenticare questo dramma dei suoi figli. Anche essa è chiamata anche ad essere povera, praticando la semplicità nella propria vita, in modo che possa diventare fertile e in grado di rispondere a tale miseria.
Queridos hermanos y hermanas:
En la catequesis de hoy nos referimos a la pobreza, como condición de vida que pone a prueba la familia y la hace vulnerable. La pobreza azota a muchas familias en las periferias de las grandes ciudades y también en algunas zonas rurales. Muchas veces se ve agravada por la guerra, que es sin duda la madre de todas las pobrezas, depredadora de vidas, de almas y de los afectos más queridos.
En medio de estas situaciones, muchas familias intentan vivir con dignidad, confiando en la bendición de Dios, convirtiéndose así en una auténtica escuela de humanidad que salva a la sociedad de la barbarie.
Pero este reconocimiento no nos exime de nuestra obligación de velar con la oración y con la acción para que a nadie falte el pan, el trabajo, la educación y la sanidad.
Es necesario que desde todas las instancias de la vida pública se pongan los medios para un nuevo orden social, que rompa la espiral perversa entre familia y pobreza que lleva la sociedad a la ruina.
También nosotros cristianos debemos estar cada vez más cerca de las familias que sufren la pobreza. La Iglesia madre no debe olvidar nunca este drama de sus hijos. Ella también está llamada a ser pobre, practicando la simplicidad en su propia vida, de manera que llegue a ser fecunda y pueda dar una respuesta a tanta miseria.
Carissimo Papa Francesco,
io credo che sarebbe più coerente dire che dobbiamo lottare contro la miseria e non contro la povertà. Il Maestro professava la povertà e San Francesco lottava contro la ricchezza e non contro la povertà. E’ la disuguaglianza che va combattuta (fonte di disastri umani). Basta inneggiare al benessere per tutti; E’ il livello alto che si deve abbassare, sollevando i fratelli in miseria.
Nella miseria e nella ricchezza non ci può essere crescita spirituale. Questa è la mia esperienza in campo sociale.
Grazie per il Suo conforto, prezioso!
La mia lunga e travagliata esperienza mi ha, purtroppo, portata, spesso, a correlarmi con “cattolici”, clero compreso. Ho dovuto, mio malgrado, riscontrare il perbenismo più spicciolo e beffardo, l’ipocrisia più ristagnante, l’egoismo, l’attaccamento e il perseguimento dei propri profitti, l’incallita indifferenza, truccata di altruismo evanescemte, di fronte alla sofferenza altrui. L’elusione di qualsivoglia concreta solidarietà e sostegno, attraverso la più ripugnante irreperibilità o svicolamento, lasciando deliberatamente degenerare la verità a favore di squallidi opportunismi, giovamenti e ridondanze personali.
In tutto ciò, nulla di cristiano, nella più disinvolta noncuranza.
Prerogativa assoluta di tutto: l’incongruenza di astratte dottrine, disinvoltamente disattese, in primis, da chi le annuncia, senza alcun problema. Unico obiettivo: garantirsi privilegi anche tutelativi rispietto ad emergenti responsabilità.
Ma tutto ciò – fatte le dovute eccezioni riscontranti in ogni ambito – non ha scalfito la mia onestà, ancorchè dispensatrice di sofferenze ed ingiustizie.
E con ciò, chiudo, ritenendo del tutto inutile sofisticare su incongruenze e astrattismi.
L’unica realtà storica è che Gesù è stato condannato dalla potere terreno e crocifisso senza alcun aiuto e pietà.
“Sia fatta la volontà di Dio”.
caro Papa,da quando avevo 17 anni,ho avuto almeno 70 incidenti,come pochi giorni fa :fratture naso,4 denti,testa commozione,polsi destro e sinistro,gamba inferiore tibia ferita 30 cm, e coscia destra superiore lesioni totali sia dei muscoli e sia dei tensini e non posso camminare. probabilmente guaritò come le altre volte,ma perché a ME dio,gesù,SS.Maria da decenni inviano a me tante disgrazie,disperazione,solitudini etc. ma posso fare una vita negli ospedali
Caro Papa Francesco, credo che non solo i cristiani, mal’ umanità intera debba ringraziarLa per le sue parole vere e giuste . E, ancora di più, per l’esempio di coerenza tra ciò che dice e ciò che fa.
E’ l’esempio del buon padre che si preoccupa del bene della famiglia che, nel suo caso, abbraccia tutta l’umanità.
La miseria sociale è causata in primo luogo dalla miseria morale di molte persone, le quali sono particolarmente agiate e quindi non conoscono nel profondo cosa significa patire la fame, essere sfrattati perché non ci sono i soldi per l’affitto, dal momento che il lavoro manca….quindi tutto questo è causa della miseria sociale! Chi ha una coscienza ne dovrebbe prendere atto.
Quanto tu scrivi,Giovanna, e’ vero e da me condiviso.Lo amplio con un’altra verita’ da me conosciuta perche’ comunicata dagli interessati in vena di parlare e da me ASCOLTATI.. DIMENTICATO quanto si e’ patito, rimosso e quindi vivere usando tutto senza saggezza, regalare ai figli quello che non hanno potuto avere loro dimenticando perche’? chiudersi ermeticamente verso tutti quelli che non appartengono alla propria famiglia o gruppo, creare beni solo per loro prendendo ovunque non gli appartenga, beni spirituali e materiali, per loro uso e consumo=EGOISMO=MISERIA SOCIALE. Ivana Barbonetti