Papa Francesco, nella Solennità di San Giuseppe ha presieduto nella Basilica Vaticana la nel corso della quale sono stati consacrati due nuovi vescovi: il Santo Padre ha ricordato loro come “Episcopato è il nome di un servizio, non di un onore” e il loro incarico è quindi quello di servire, pregare ed essere attenti al proprio prossimo.
Il servizio è in un certo qual modo l’unità per mezzo della quale si misura la “bontà” di un vescovo: come Gesù stesso ha detto, ha ricordato Bergoglio, “Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo. E chi governa, come colui che serve”. Siate servitori. Di tutti: dei più grandi e dei più piccoli. Di tutti. Ma sempre servitori, al servizio i vescovi devono essere i più piccoli tra tutti“.
Il primo compito del Vescovo, ha poi ricordato Bergoglio, non è quello di dirigere una diocesi, ma pregare. È Pietro stesso che lo ha detto “il giorno dell’elezione dei sette diaconi. Secondo compito, l’annuncio della Parola. Poi vengono gli altri. Ma il primo è la preghiera. Se un vescovo non prega, non potrà far nulla”.
Quanto all’annuncio della Parola, questo va fatto senza guardare alla convenienza del momento, ma “in ogni occasione: opportuna e non opportuna. Ammonite, rimproverate, esortate con ogni magnanimità e dottrina“, ha aggiunto il Vescovo di Roma, e soprattutto “amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida“.
Una particolare cura, ha poi sottolineato, va prestata ai presbiteri e diaconi, che sono il primo prossimo del Vescovo: “Se tu non ami il primo prossimo, non sarai capace di amare tutti. Vicini ai presbiteri, ai diaconi, ai vostri collaboratori nel ministero; – ha quindi concluso – vicini ai poveri, agli indifesi e quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto. Guardate i fedeli negli occhi! Non in obliquo, negli occhi, per guardare il cuore. E che quel tuo fedele, sia presbitero, diacono o laico, possa guardare il tuo cuore. Ma guardare sempre negli occhi“.