All’Angelus il Pontefice invita a riflettere su una frase del Vangelo di Luca 18,8, quella in cui Gesù chiede: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”
Un concetto che possiamo applicare anche ai tempi nostri. “Immaginiamo che il Signore venga oggi sulla terra: vedrebbe, purtroppo, tante guerre, tanta povertà, tante disuguaglianze, e al tempo stesso grandi conquiste della tecnica, mezzi moderni e gente che va sempre di corsa, senza fermarsi mai; ma troverebbe chi gli dedica tempo e affetto, chi lo mette al primo posto?” chiede Papa Francesco. Una domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi, che tipo di priorità abbiamo nella nostra vita. Chi c’è al primo posto?
Infatti spesso “ci concentriamo su tante cose urgenti ma non necessarie, ci occupiamo e ci preoccupiamo di molte realtà secondarie; e magari, senza accorgerci, trascuriamo quello che più conta e lasciamo che il nostro amore per Dio si vada raffreddando, si raffreddi poco a poco”. Ma un rimedio c’è, e lo offre lo stesso Figlio di Dio. La preghiera. Ma come una pianta ha bisogno di acqua e cure costanti, così è per la nostra fede. “C’è bisogno dell’acqua quotidiana della preghiera, c’è bisogno di un tempo dedicato a Dio, in modo che Lui possa entrare nel nostro tempo, nella nostra storia; di momenti costanti in cui gli apriamo il cuore, così che Egli possa riversare in noi ogni giorno amore, pace, gioia, forza, speranza; nutrire, cioè, la nostra fede”.
Una preghiera costante che non ha bisogno di lunghi tempi. Bergoglio così suggerisce di usare le “giaculatorie”, piccole preghiere in ogni momento della giornata. Un ringraziamento al Signore al mattino, una espressione d’amore a Dio e a Gesù durante la giornata, la richiesta dello Spirito Santo. Piccole frasi, un modo per rimanere sempre in contatto con Dio, affiancate come sempre dalla lettura del Vangelo.