Oggi, durante l’Angelus, Papa Francesco ha riflettuto sul Vangelo della liturgia, che parla del Regno di Dio attraverso l’immagine del seme. Il Santo Padre ha spiegato che “varie volte Gesù usa questa similitudine (cfr Mt 13,1-23; Mc 4,1-20; Lc 8,4-15), e oggi lo fa invitandoci a riflettere in particolare su un atteggiamento importante collegato con l’immagine del seme, e l’atteggiamento è l’attesa fiduciosa”.
Il Papa ha evidenziato che, come nella semina, anche nella vita spirituale è necessaria la pazienza. Ha spiegato che “nella semina, per quanto il contadino sparga ottima e abbondante semente, e per quanto prepari bene la terra, le piante non spuntano subito: ci vuole tempo e ci vuole pazienza!”. Questo processo naturale richiede che il contadino attenda fiduciosamente, permettendo ai semi di aprirsi e crescere al momento giusto, fino a garantire un raccolto abbondante.
Papa Francesco ha proseguito: “Sottoterra il miracolo è già in atto (cfr v. 27), c’è uno sviluppo enorme ma è invisibile, ci vuole pazienza, e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiarle e tenerle pulite, nonostante in superficie sembra che non succeda nulla”.
Il parallelo con il Regno di Dio è chiaro: “Il Signore mette in noi i semi della sua Parola e della sua grazia, semi buoni e abbondanti, e poi, senza mai smettere di accompagnarci, aspetta con pazienza”. Dio continua a prendersi cura di noi, dando tempo affinché i semi crescano e portino frutti di opere buone. Papa Francesco ha sottolineato che Dio vuole che “nel suo campo nulla vada perduto, che tutto giunga a piena maturazione”.
Il Papa ha anche esortato i fedeli a seguire l’esempio del Signore: “Il Signore ci dà un esempio: insegna anche a noi a seminare fiduciosamente il Vangelo là dove siamo, e poi ad attendere che il seme gettato cresca e porti frutto in noi e negli altri, senza scoraggiarci e senza smettere di sostenerci e aiutarci a vicenda”.
Infine, Papa Francesco ha invitato tutti a riflettere su alcune domande: “Io lascio seminare in me la Parola? A mia volta, semino con fiducia la Parola di Dio negli ambienti in cui vivo? Sono paziente nell’aspettare, oppure mi scoraggio perché non vedo subito i risultati? E so affidare tutto serenamente al Signore, pur facendo del mio meglio per annunciare il Vangelo?”. Ha concluso invocando l’aiuto della Vergine Maria per essere “seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo”.
Dopo l’Angelus
Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha condiviso alcune notizie significative. Ha menzionato la beatificazione di Michele Rapacz, sacerdote e martire, a Cracovia, lodando il suo esempio di fede e sacrificio. “Un applauso al nuovo Beato!”, ha esclamato il Papa.
Il Santo Padre ha poi espresso profondo dolore per i continui scontri nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, appellandosi alle Autorità nazionali e alla Comunità internazionale affinché si ponga fine alle violenze e si protegga la vita dei civili. Ha ricordato che “tra le vittime, molti sono cristiani uccisi in odium fidei” e che il loro sacrificio rappresenta un seme che porterà frutti abbondanti.
Papa Francesco ha continuato a invocare la pace per le aree in conflitto, tra cui Ucraina, Terra Santa, Sudan e Myanmar. Ha salutato con affetto i pellegrini presenti, provenienti da vari paesi e comunità, e ha rivolto un pensiero speciale ai donatori di sangue che hanno appena celebrato la loro Giornata nazionale.
Concludendo, ha lodato le mamme della comunità cattolica congolese di Roma, invitandole a cantare ancora una volta, esprimendo così la sua vicinanza e affetto per tutti i presenti