Oggi, nel corso dell’Angelus, Papa Francesco ha offerto una profonda riflessione sul Vangelo della liturgia, tratto dal capitolo 7 di Marco. Il tema centrale del discorso è stato il concetto di purezza, un argomento particolarmente caro ai contemporanei di Gesù, spesso collegato all’osservanza rigorosa di riti e regole per evitare ogni contatto con ciò che era considerato impuro. Tuttavia, come ha sottolineato il Santo Padre, Gesù ha voluto andare oltre queste consuetudini esteriori, per porre l’accento su ciò che davvero conta: le disposizioni interiori del cuore.
Nel Vangelo, alcuni scribi e farisei accusano i discepoli di Gesù di non lavarsi le mani prima di mangiare, infrangendo così le norme rituali. Papa Francesco ha spiegato come Gesù abbia colto l’occasione per insegnare che la purezza non è una questione di riti esterni, ma di cuore e intenzioni. Lavarsi le mani è inutile se nel cuore si covano sentimenti malvagi come l’avidità, l’invidia, la superbia, o si alimentano propositi di inganno e tradimento. Il Papa ha messo in guardia contro il rischio di un ritualismo che non fa crescere nel bene, ma può addirittura giustificare atteggiamenti contrari alla carità, ferendo l’anima e chiudendo il cuore all’amore di Dio.
Rivolgendosi ai fedeli, Papa Francesco ha esortato a non vivere una doppia vita, fatta di apparente devozione religiosa che non si traduce in azioni coerenti. Ha fatto l’esempio di chi partecipa alla Santa Messa ma poi indulge in pettegolezzi maligni appena uscito dalla chiesa, o di chi si mostra pio nella preghiera ma a casa tratta con freddezza i propri cari. “Questo è quello che facevano i farisei,” ha detto il Papa, sottolineando l’importanza di una vita vissuta in coerenza con i valori cristiani, non solo nei gesti esteriori, ma anche nelle scelte e nei comportamenti quotidiani.
Il Papa ha invitato tutti a fare un esame di coscienza: “Io vivo la mia fede in modo coerente? Quello che faccio in chiesa cerco con lo stesso spirito di farlo fuori?” Questa domanda è centrale nel discorso del Santo Padre, che ha esortato i fedeli a rendere concreto nella prossimità e nel rispetto dei fratelli ciò che professano nella preghiera.
Dopo l’Angelus, Papa Francesco ha ricordato la beatificazione di Ján Havlík, seminarista della Congregazione della Missione, ucciso nel 1965 durante la persecuzione della Chiesa in Cecoslovacchia. Il Papa ha espresso il suo cordoglio per le vittime di recenti attacchi terroristici in Burkina Faso e per l’incidente avvenuto nel Santuario di Nossa Senhora da Conceição in Brasile, invocando la consolazione del Signore per i feriti e i familiari.
Inoltre, ha rinnovato la sua vicinanza al popolo ucraino, duramente colpito dagli attacchi contro le infrastrutture energetiche, e ha espresso la sua preoccupazione per il conflitto in Palestina e Israele, auspicando la ripresa dei negoziati e la cessazione immediata delle ostilità.
In conclusione, Papa Francesco ha ricordato che oggi si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, invitando tutti a un concreto impegno per la protezione della “casa comune.” Il grido della Terra, ha detto, è sempre più allarmante e richiede un’azione decisiva e improrogabile.
Con un ultimo saluto ai fedeli presenti e ai pellegrini, il Santo Padre ha chiesto preghiere per il suo imminente viaggio apostolico in Asia e Oceania, prima di augurare a tutti una buona domenica e un buon pranzo.