Oggi, nell’Angelus, Papa Francesco ha riflettuto sul passo del Vangelo di Luca (Lc 4,21), dove Gesù, nella sinagoga di Nazaret, proclama di essere il Messia. Leggendo le parole del profeta Isaia, Gesù annuncia la sua missione salvifica e liberatrice, dicendo: “Oggi questa Scrittura si è realizzata”.
Questo annuncio sconvolge i concittadini di Nazaret, che non riescono a concepire come colui che avevano sempre conosciuto come figlio del falegname possa essere il Messia. La loro incapacità di accettare la sua identità e missione diventa il centro della riflessione di Papa Francesco.
Gesù si presenta come colui che porta “l’anno di grazia del Signore”, un annuncio di speranza per i poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi. Il Papa ha invitato i fedeli a interrogarsi sulla propria capacità di riconoscere Gesù come il Salvatore, non solo come una figura vicina che conosciamo dalla tradizione, ma come colui che ci chiama personalmente alla salvezza. Gesù è portatore di una salvezza unica, che non possiamo trovare in nessun altro, e per accoglierla è necessario sentirci bisognosi di questa grazia.
Papa Francesco ha anche esortato i fedeli a guardare a Gesù con occhi nuovi, a non dare per scontato che conosciamo tutto di Lui solo perché siamo cresciuti nella fede. Il Papa ha sottolineato che solo quando riconosciamo in Gesù il nostro Salvatore, “l’anno di grazia” si realizza nella nostra vita.
Dopo l’Angelus, il Papa ha espresso la sua preoccupazione per le crisi umanitarie in Sudan e Sud Sudan, invitando alla fraternità e alla solidarietà, e rinnovando l’appello affinché le parti in guerra cessino le ostilità. Ha anche fatto un appello per la pace in Colombia, dove gli scontri tra gruppi armati hanno provocato molte vittime.
In occasione della Giornata mondiale dei malati di lebbra, Papa Francesco ha incoraggiato chi lavora a favore dei malati, affinché nessuno venga emarginato. Ha anche ricordato la Giornata Internazionale di Commemorazione delle vittime dell’Olocausto, invitando a non dimenticare mai l’orrore dello sterminio e a combattere l’antisemitismo e ogni forma di discriminazione.
Infine, il Papa ha salutato i pellegrini di diverse nazionalità e ha rivolto un messaggio di speranza ai ragazzi e alle ragazze dell’Azione Cattolica, esortandoli a testimoniare la bellezza della fraternità e della pace.
“Siamo tutti chiamati a riconoscere in Gesù il Messia, che ci porta la salvezza. Che possiamo essere sempre più pronti ad aprire il nostro cuore alla sua grazia,” ha concluso il Papa.