Papa Francesco, durante l’omelia di oggi in Casa Santa Marta, ha invitato i fedeli presenti a guardarsi allo specchio prima di permettersi di giudicare gli altri: il Santo Padre ha ricordato come l’unico cui sia permesso giudicare è Dio e come al cristiano non spetti il giudizio ma piuttosto la prossimità ai propri fratelli, la comprensione e la preghiera.
Il Vescovo di Roma, commentando la Lettura del Vangelo di oggi (Mt 7,1-5), durante l’ultima celebrazione pubblica prima della pausa estiva che durerà fino a settembre, ha sottolineato come il consiglio che viene espresso nella Lettura sia quello di guardarsi “allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. No, no, no, quello non è il consiglio! – ha commentato Bergoglio – Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?’“.
Queste parole del Vangelo di oggi ci dicono come “ci qualifica il Signore, quando facciamo questo“, ha aggiunto il Pontefice: il Signore ci dice “una sola parola: ‘Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello’. Per questo è tanto brutto giudicare“, ha aggiunto.
Come cristiani dobbiamo guardarci dalla tentazione del giudicare i fratelli: il giudizio, infatti, compete “solo a Dio, solo a Lui! A noi l’amore, la comprensione, il pregare per gli altri quando vediamo cose che non sono buone, ma anche parlare loro: ‘Ma, senti, io vedo questo, forse…’ Ma mai giudicare. Mai“.
Durante la giornata di oggi ci farà bene, dunque, pensare “a questo che il Signore ci dice: non giudicare, per non essere giudicato; la misura, il modo, la misura con la quale giudichiamo sarà la stessa che useranno con noi; e, terzo, guardiamoci allo specchio prima di giudicare. – ha concluso Papa Francesco – ‘Ma questa fa quello… questo fa quello…’ ‘Ma, aspetta un attimo…’, mi guardo allo specchio e poi penso. Al contrario sarò un ipocrita, perché mi metto al posto di Dio e, anche, il mio giudizio è un povero giudizio; gli manca qualcosa di tanto importante che ha il giudizio di Dio, gli manca la misericordia. Che il Signore ci faccia capire bene queste cose“.
***Grazie….Mi sembra un quaderno nuovo ahah! Il mio ponte!..con pochi passi fatti di parole,vorrei riuscire a dire certe cose di me.Vediamo se ci riesco!Sono i miei sogni. Non quelli del cuore ma,mentre dormo.E’ che si avvicina la data,e ci penso di piu’,al mio primo,importante,vero da paura,premonitore come si usa dire.Ci soffro,che posso farci! Come fosse un’allergia che non se ne va!!Il mio primo,forte,appunto,e’ stato il 14 luglio del 63, e mi ci sono svegliata la mattina….*Due donne cattive mi hanno obbligato ad entrare in una cassa da morto scoperchiata,mi ci sono messa da sola e,mentre stavo per sdraiarmi e’ arrivato di corsa un uomo molto alto,sembrava un soldato dei crociati,come ho realizzato diventata grande.Con un fare molto autoritario mi si e’ rivolto dicendomi:esci immediatamente da li’,non e’ ancora arrivata la tua ora!..Mentre mi toglievo dalla cassa da morto,mi sono svegliata.Non avevo mai sentito quest’espressione,non sapevo cosa significasse,e l’ho chiesto a mia madre che,senza farci troppo caso me l’ha spiegato…Dopo poche ore,il primo pomeriggio,vicinissimo alla residenza papale di Castel Gandolfo,sono stata investita da una macchina,facendo un volo di 7 metri! Ripiombata per terra ho sfasciato mezza macchina,parabrezza,sportello,tutto con la testa.Pensavano fossi morta sul colpo,ma no.Sorvolo…sui dettagli,e comunque sono stata quasi un anno ingessata senza poter camminare…la prima cosa che un’infermiera dell’ospedale di Albano,disse a mia madre fu: ringrazi S.Camillo! Era il primo giorno di villeggiatura. Allora,perche’ ne sto parlando?Perche’ e’ il primo di tanti, veramente tanti e fin qui,e che ricordo perfettamente. Stasera,una signora che vedo da qualche mese vicino casa mia,mi ha dovuto dire che il suo figlio e’ Camilliano,parroco a S.Camillo,e di pala in frasca,mi ha aggiunto dei particolari della nascita di questo santo, di cui non sapevo e,dal momento che il caso non esiste,mi dice che,c’e’ un messaggio per me…Aggiungo anche che,io non mi rivolgo molto ai santi,e S.Camillo sinceramente,non e’ neanche il primo in graduatoria,questa e’ la verita’.Ma c’e’altro,e la finisco. Quando nel reale della vita,diciamo cosi’, vivo il sogno che ho fatto,ogni volta ogni volta so,che il reale e’ piu’ quello invisibile agli occhi,di quello che invece e’ visibile.Questo e’, un mistero bello, a cui io non mi abituo…e’ straforte…Be’,mi ci sento strana,per averlo fatto ma e’ buono,che io sia riuscita, a tirare fuori un pezzettino molto ino,di me,qui.
Ogni benedizione,di gioia,tanta,ma tanta,te la porti lo Spirito Santo******
Buona notte**e **Buon giorno**bellissimo.
Isabella
Buenas Tardes, Su Santidad
Pienso :
Que verdad más grande existe en esta su reflexión. Soy humana, soy imperfecta. Pueden creerme o no creerme pero lo digo yo mucho cuando me vienen personas criticando a otras,pero, inevitablemente es así, las personas somos rápidas para juzgar a los demás y lentas muy lentas para mirarse así mismos.
Me lo repito a mi misma cuando me invade la intolerancia. Me conozco tanto, me ha costado muchos años, muchas lágrimas, muchos enfandos conmigo misma , la soledad fue mi compañera durante muchos años. Con ella aprendí a mirar dentro de mi interior, y , hasta le cogí cariño. Muchas personas le tienen miedo a la soledad, otras la eligen a ella como compañera. Conocerse así mismo es conocer a Dios. Sentir la vida que El Señor nos regalo. La soledad es temporal nunca es eterna ese es su secreto y la gracia de disfrutarla ¿ Por qué algunos seres humanos nos aislamos y otros huyen del aislamiento ? Creo que es miedo a las lecciones del alma.
No hay que juzgar, cada ser está librando su batalla personal. Si por mi fuera , me gustaría coger a mi hijo y llevarlo por mi camino.. pero no puedo .. es mayor , es padre, está experimentando lo que un padre es capaz de hacer por el bienestar de su familia. Y yo estoy experimentando el amor de una abuela por su nieto y el de un nieto por su abuela,la primera vez que mi nieto de casi dos años me dió un abrazo, sentí como me abrazaba el alma, sentí la plenitud del espíritu, a veces, hasta siento como el alma se me sale del cuerpo rebosante de alegría, la plenitud del espíritu, es lo más. Un día que estaba así, se lo comenté a un compañero y me dijo cierra las ventanas que no se salga. La verdad es así, una vez superado el trauma la naturalidad de ello nos llena de alegría, eso es la vida una tragi-comedia.
El caso es que resulta que mi único hijo Antonio, y su hijo Neizan tienen una patología en la sangre que según los estudios del Hospital Universitario Virgen de la Arrixaca sólo hay tres casos en el mundo que ello conozcan, uno es de origen chino y los otros dos mi hijo y mi nieto. Que cosas, ya cuando mi hijo era pequeño le detectaron esta patología pero no sabían lo que era, ahora casi treinta años después ya tiene nombre pero no saben por qué se produce. Se llama Hemoglobinopatía higashitochigi. Y es como que les falta oxigeno en la sangre, y se les pone un color azulado, morado, por la falta de oxigeno en la sangre cuando le da algún brote. le ponen oxigeno y se recuperan. Cuando mi hijo era pequeño decía que tenía la sangre azul, por la falta de oxigeno. Mi hijo tiene 26 años pero aparenta 18 años , a mi me pasa igual tengo 44 y aparento mucho menos, así que cuando me ven com mi nieto y digo que es mi nieto las personas se sorprenden, creen que es mi hijo, con mi hijo también me pasaba, pues fui madre con 17 años. Las apariencias engañan por eso no hay que juzgar. Yo le pido a Dios Salud para Todos, con salud todo es más bonito, gracias a Dios estoy muy sana y de momento no necesito gafas. Gracias Dios de corazón. Gracias Padre.
Saludos
Dio ci illumini a comprendere bene e profondamente il “giudicare”, che il “giudicare” non sia condanna. Dove si trova capacita’ di confronto, di voler “crescere”, parlarne per aiutare a “crescere” avendo la disponibilita’ a “crescere” a nostra volta. Dove non c’e’ questo piuttosto che sbattere la testa contro un muro applichiamo la misericordia della preghiera, pregare affidando a Dio chiedendo a LUI di risolvere, con fede e fiducia che se lo chiediamo con il cuore LUI ascolta e provvede.——-Ivana Barbonetti.
Ma é stato proprio il giudizio che ci ha portato fino a dove ci troviamo.
Da sempre giudichiamo cosa é bene o cosa é male per noi stessi e quando amiamo gli altri, il nostro amore ci porta a giudicare che cosa sia male o bene per loro.
Scegliamo di seguire Gesú perché lo abbiamo giudicato buono e giusto.
Scegliamo di fare il volere di Dio perché lo abbiamo giudicato buono e giusto.
Scegliamo con quali persone vogliamo avere a che fare in base al nostro giudizio e quando sbagliamo a giudicare ci troviamo magari ad avere a che fare con un furbo quando lo avevamo giudicato un onesto o viceversa, abbiamo allontanato da noi un furbo che in realtá era un onesto.
Non é sbagliato giudicare ma se abbiamo la trave nell’occhio giudichiamo male per via che la nostra visione é deformata, contorta, alterata e se ci guardiamo allo specchio ma lo specchio ci rimanda un immagine deformata, contorta e alterata per via della trave che abbiamo nell’occhio, non riusciamo a vedere la trave che abbiamo nell’occhio e magari ci convinciamo di non averla neanche e l’unica persona che ci puó aiutare a togliere la trave dal nostro occhio é qualcuno che ci giudica.
Giudicare frettolosamente e superficialmente é sbagliato ma giudicare dopo che si ha ascoltato con attenzione e si é compresa profondamente la persona che si é aperta mostrandoti tutto di se stessa é un dovere.
Quindi non bisogna invitare le persone a non giudicare perché é nella natura di tutti gli esseri viventi giudicare che cosa é bene e che cosa é male e quindi continueranno a giudicare anche se tu dicendogli che é solo Dio che puó giudicare gli fai venire i sensi di colpa come se esistesse un undicesimo comandamento che dice “NON GIUDICARE!” e perció ogni volta che giudicano commettono un peccato.
Quello che bisogna invitare a fare é l’aprirsi con il prossimo ed essere buoni, giusti ed onesti in modo che il prossimo si senta al sicuro e si possa aprire con noi.
Quando tutti si apriranno totalmente gli uni con gli altri, tutti si aiuteranno gli uni con gli altri a togliere pagliuzze e travi da tutti gli occhi.
Gesú dice che dobbiamo prima togliere la trave dal nostro occhio se vogliamo poi togliere la pagliuzza dall’occhio del prossimo ma quando abbiamo tolto la trave dal nostro occhio diventa un dovere togliere la pagliuzza dall’occhio del prossimo.
Perció giudicare é un dovere a qui dobbiamo adempiere nel momento in cui diventiamo buoni, giusti ed onesti come Gesú ma per sapere che siamo buoni, onesti e giusti abbiamo bisogno che gli altri ci giudichino come tali.
“Apriti e rischia!” sono parole tue caro Papa Francesco.