All’Angelus, Papa Francesco ha invitato a riflettere sulla Santa Famiglia di Nazaret, sottolineando il valore del dialogo e dell’ascolto nelle relazioni familiari. Il pontefice ha commentato il passo del Vangelo di Luca che narra l’episodio di Gesù dodicenne smarrito nel Tempio e ritrovato da Maria e Giuseppe. Maria, angosciata, gli chiede: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo», e Gesù risponde: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,48-49).
Papa Francesco ha definito questa scena come un momento tipico delle famiglie, con incomprensioni e crisi che richiamano quelle vissute oggi. Nonostante le difficoltà, la Santa Famiglia diventa un modello grazie alla sua capacità di dialogo: «Una famiglia che non comunica non può essere una famiglia felice», ha affermato. Il Papa ha elogiato l’atteggiamento di Maria, che non inizia con un rimprovero, ma con una domanda, sottolineando l’importanza di ascoltare prima di giudicare: «Ascoltare è dare importanza all’altro, riconoscere il suo diritto di esistere e pensare autonomamente».
Il pontefice ha poi esortato i genitori a riscoprire momenti di dialogo, come i pasti in famiglia, invitando a mettere da parte i cellulari per parlare e condividere esperienze: «Mai restare chiusi in sé stessi o, peggio ancora, con la testa sul cellulare. Parlare, ascoltarsi, questo è il dialogo che fa bene e che fa crescere!».
Papa Francesco ha anche ricordato che perfino Maria e Giuseppe, nonostante la loro santità, non sempre capivano il comportamento di Gesù, offrendo un messaggio di conforto: «Non meravigliamoci se qualche volta in famiglia ci succede di non capirci. Quando ci capita, chiediamoci: ci siamo ascoltati tra noi?».
Affidandosi alla Vergine Maria, il Santo Padre ha concluso pregando per il dono dell’ascolto nelle famiglie.
Dopo l’Angelus
Il Papa ha rivolto un saluto speciale alle famiglie presenti in Piazza San Pietro e a quelle collegate attraverso i media, definendole «la cellula della società, un tesoro prezioso da sostenere e tutelare».
Ha poi espresso vicinanza alle famiglie colpite da tragedie, ricordando in particolare quelle della Corea del Sud, provate da un incidente aereo, e le famiglie che soffrono a causa delle guerre in Ucraina, Palestina, Israele, Myanmar, Sudan e Nord Kivu.
Il pontefice ha salutato gruppi di fedeli e giovani presenti, tra cui pellegrini italiani di diverse diocesi, scout e ragazzi della Cresima. Ha concluso con un augurio di una buona domenica e una serena fine d’anno, chiedendo come sempre: «Per favore, non dimenticatevi di pregare per me».