“L’incarnazione del Verbo in una famiglia umana, a Nazaret, commuove con la sua novità la storia del mondo“, ha scritto Papa Francesco nella Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, nella quale sono confluite tutte le riflessioni nate dal Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia.
Per comprendere appieno il mistero del Natale e il segreto di Nazaret “abbiamo bisogno di immergerci nel mistero della nascita di Gesù, nel sì di Maria all’annuncio dell’angelo, quando venne concepita la Parola nel suo seno – ha ulteriormente aggiunto il Santo Padre – anche nel sì di Giuseppe, che ha dato il nome a Gesù e si fece carico di Maria; nella festa dei pastori al presepe; nell’adorazione dei Magi; nella fuga in Egitto, in cui Gesù partecipa al dolore del suo popolo esiliato, perseguitato e umiliato; nella religiosa attesa di Zaccaria e nella gioia che accompagna la nascita di Giovanni Battista; nella promessa compiuta per Simeone e Anna nel tempio; nell’ammirazione dei dottori della legge mentre ascoltano la saggezza di Gesù adolescente“.
È immergendoci nel clima familiare della infanzia di Gesù che possiamo davvero attingere alle radici del Natale, che è – ancora oggi – un periodo “pieno di profumo di famiglia“.
È un mistero, quello del Natale, “che tanto ha affascinato Francesco di Assisi, Teresa di Gesù Bambino e Charles de Foucauld, e al quale si dissetano anche le famiglie cristiane per rinnovare la loro speranza e la loro gioia“.
Ci farà bene, oggi, dunque trascorrere qualche minuto in meditazione difronte al presepe, come ha scritto Francesco su Twitter: “lasciamoci toccare dalla tenerezza che salva. Avviciniamoci a Dio che si fa vicino, fermiamoci a guardare il presepe” e, al contempo, ci farà bene fare un breve esame di coscienza, domandandoci, in presenza di Dio che si avvicina “Io gli apro la porta, al Signore, quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera?“