è stato fulcro delle esortazioni e delle preghiere di Papa Francesco durante questi primi giorni del Pellegrinaggio in : così anche negli incontri con il Gran Mufti di Jerusalem e i due Gran Rabbini di Israele gli elementi comuni sono stati il punto di partenza della riflessione del Papa per continuare un percorso comune.
Giunto all’, a Tel Aviv, passaggio obbligato per entrare in terra di Israele, il Pontefice – come suo primo atto – ha supplicato “quanti sono investiti di responsabilità a non lasciare nulla di intentato per la ricerca di soluzioni eque alle complesse difficoltà, così che Israeliani e Palestinesi possano vivere in pace” e ribadendo quanto aveva già espresso Benedetto XVI nel viaggio in Terra Santa ha aggiunto “sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto ad una patria sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. La “soluzione di due Stati” diventi realtà e non rimanga un sogno” ricordando come, affinché questo diventi realtà, si debba “intraprendere sempre con coraggio e senza stancarsi la via del dialogo, della riconciliazione e della pace. Non ce n’è un’altra“.
Il Santo Padre ha poi incontrato i rappresentati religiosi di Ebrei e Mussulmani, poiché – ha espresso – “questo mio pellegrinaggio non sarebbe completo se non contemplasse anche l’incontro con le persone e le comunità che vivono in questa Terra“.
, Bergoglio ha fatto riferimento alla comune discendenza, che entrambe le fedi Cristiana e Mussulmana, “riconoscono in Abramo, seppure ciascuno in modo diverso” vedendo in questi “un padre nella fede e un grande esempio da imitare. Egli si fece pellegrino, lasciando la propria gente, la propria casa, per intraprendere quell’avventura spirituale alla quale Dio lo chiamava“.
Quello di Abramo deve essere “anche il nostro atteggiamento spirituale. Non possiamo mai ritenerci autosufficienti, padroni della nostra vita; non possiamo limitarci a rimanere chiusi, sicuri nelle nostre convinzioni. – ha commentato il Vescovo di Roma – Davanti al mistero di Dio siamo tutti poveri, sentiamo di dover essere sempre pronti ad uscire da noi stessi, docili alla chiamata che Dio ci rivolge, aperti al futuro che Lui vuole costruire per noi“.
Così “il pellegrinaggio di Abramo è stato anche una chiamata per la giustizia: Dio lo ha voluto testimone del suo agire e suo imitatore. Anche noi vorremmo essere testimoni dell’agire di Dio nel mondo e per questo, proprio in questo nostro incontro, sentiamo risuonare in profondità la chiamata ad essere operatori di pace e di giustizia, ad invocare nella preghiera questi doni e ad apprendere dall’alto la misericordia, la grandezza d’animo, la compassione“.
Nell nel Centro Heichal Shlomo, nei pressi della Jerusalem Great Synagogue, Papa Francesco ha ringraziato il Signore per il “cammino di amicizia” tra Ebrei e Cristiani che “rappresenta uno dei frutti del Concilio Vaticano II“, un cammino che è “un autentico dono di Dio, una delle meraviglie da Lui compiute, per le quali siamo chiamati a benedire il suo nome…un dono di Dio – ha ulteriormente osservato il Pontefice – che però non avrebbe potuto manifestarsi senza l’impegno di moltissime persone coraggiose e generose, sia ebrei che cristiani“
Questo cammino comune ci ha fatto scoprire che “non si tratta solamente di stabilire, su di un piano umano, relazioni di reciproco rispetto: siamo chiamati, come Cristiani e come Ebrei, ad interrogarci in profondità sul significato spirituale del legame che ci unisce. Si tratta di un legame che viene dall’alto, che sorpassa la nostra volontà e che rimane integro, nonostante tutte le difficoltà di rapporti purtroppo vissute nella storia“.
È così che “insieme potremo dare un grande contributo per la causa della pace; insieme potremo testimoniare, in un mondo in rapida trasformazione, il significato perenne del piano divino della creazione; insieme potremo contrastare con fermezza ogni forma di antisemitismo e le diverse altre forme di discriminazione. Il Signore ci aiuti a camminare con fiducia e fortezza d’animo nelle sue vie“.
“Cari fratelli, cari amici” è stata la bellissima preghiera di commiato di Papa Francesco dai fratelli Mussulmani, “da questo luogo santo lancio un accorato appello a tutte le persone e le comunità che si riconoscono in Abramo:
rispettiamoci ed amiamoci gli uni gli altri come fratelli e sorelle!
Impariamo a comprendere il dolore dell’altro!
Nessuno strumentalizzi per la violenza il nome di Dio!
Lavoriamo insieme per la giustizia e per la pace!
Salam!”
Ho seguito Papa Francesco da quando è partito per Israele a stasera,in par
tenza per Roma. Ho pianto con le sue meravigliose parole e in un impeto
di dolore mi sono chiesta perchè non tutti lo ascoltano,perchè la violenza degli uomini non finisce!!! Caro Papa,spero che ti riposerai adesso. Ho visto i sacrifici che hai fatto nel camminare e sempre con il sorriso sulle labbra. Anch’io cercherò il tuo esempio.Spero di riuscirci. Velleda
Saint père, votre démarche est juste et pleine de sens. Le dialogue entre ces deux peuples est la seule issue au bonheur. Espérons que vos paroles auront été entendues. Dans tous les cas prions pour que nos frères juifs et musulmans trouvent la raison
Saint père, votre démarche est juste et pleine de sens. Le dialogue entre ces deux peuples est la seule issue au bonheur. Espérons que vos paroles auront été entendues. Dans tous les cas prions pour que nos frères juifs et musulmans trouvent la raison !!
santo padre, Lei è andato a seminare sul terreno giusto. Le auguro e ci auguriamo che il seme produca tantissimi frutti.
scusate, ma non capisco l’inglese. Se ho scritto qualche cosa che non va bene potete cancellare tutto. Oppure ditemi come devo fare pe cancellare. scusate.
Grandissimo Santo Padre, nell’appellarsi all’origine comune delle nostre fedi, un origine che apre la strada ad ogni dialogo costruttivo e proficuo per ogni azione d’amore.
Amen
Grande Francesco!!!!!!!!!!!!
mi piacerebbe conservare le newsletter pubblicate . come potrei fare? Grazie
….AMEN….
grazie Papa Francesco
ti voglio bene
le tue parole mi fanno sempre sentire bene