Papa Francesco ha tenuto l’Udienza Generale in Piazza San Pietro, concentrando la sua catechesi del giorno sul tema “Speranze del mondo e speranza della Croce”. In fondo, la speranza, ha spiegato Bergoglio, “nasce proprio dalla Croce”. E’ diversa rispetto alle speranze terrene, perché se queste crollano, la speranza che guarda a Cristo crocifisso dura nel tempo fino all’eternità.
“E’ una speranza nuova che matura come un seme piccolo, come un chicco che produce un frutto. “E’ ciò che ha fatto Gesù quando a Pasqua ha prestato la sua vita trasformando il peccato degli uomini in perdono, la nostra morte in risurrezione e la nostra paura in fiducia”. Ecco perché la speranza nasce e rinasce sempre sulla Croce, ed ecco perché “con Gesù ogni nostra oscurità può diventare luce, ogni sconfitta può trasformarsi in vittoria”.
“Quando scegliamo la speranza di Gesù – ha sottolineato il Papa – pian piano scopriamo che il modo migliore di vivere è l’amore umile”. “Non c’è altra via per battere il male e dare speranza al mondo. E badate bene, non è una logica perdente, perché chi ama perde potere. Avete pensato a questo? Chi ama perde potere, chi dona, si spossessa di qualcosa: amare è un dono”.
Francesco ha voluto fare così una riflessione sulla natura del possesso che ci spinge sempre a volere qualcosa di più, ad avere sempre sete di altro. Ad essere voraci e mai sazi. Gesù però è chiaro in tal proposito: “Chi ama la propria vita la perde”. “Tu sei vorace, ami di avere tante cose ma perderai tutto, perché chi ama il proprio e vive per i propri interessi è destinato a gonfiarsi e a perdere”.
Questo vale anche nel “possesso della vita”, di conseguenza anche possedere la vita non va bene: essere in grado di amare significa essere in grado di donarla, la vita, non di possederla. “E’ ciò che fanno le mamme: danno un’altra vita, soffrono, ma poi sono felici per quello che hanno fatto. Dà gioia; l’amore dà alla luce la vita e dà senso al dolore. L’amore è il motore che permette alla nostra speranza di continuare ad esistere”.