È un brano del Vangelo di Matteo su cui si concentra l’odierna meditazione, quello descritto nel capitolo 7, la guarigione di un sordomuto da parte di Gesù.
Nel compiere il suo miracolo però, al contrario delle altre volte, sono tanti i gesti effettuati: “prende in disparte il sordomuto, gli pone le dita negli orecchi e con la saliva gli tocca la lingua, quindi guarda verso il cielo, sospira e dice: «Effatà», cioè «Apriti!»” Il motivo lo spiega il Pontefice, indicando la malattia dell’uomo, il suo essere sordomuto, come un simbolo per tutti noi.
“Tutti abbiamo gli orecchi, ma tante volte non riusciamo ad ascoltare– a causa di – una sordità interiore, che oggi possiamo chiedere a Gesù di toccare e risanare. E quella sordità interiore è peggiore di quella fisica, perché è la sordità del cuore.” Siamo distratti dalla nostra vita, da troppe faccende che ci distolgono dai bisogni degli altri, e non dedichiamo tempo all’ascolto di cui molti hanno necessità. Questa è la domanda da porci: “Mi lascio toccare dalla vita della gente, so dedicare tempo a chi mi sta vicino per ascoltare? ”
A cominciare dalla famiglia, dove spesso non si dà all’altro modo di esprimersi. “Incapaci di ascolto, diciamo sempre le solite cose, o non lasciamo che l’altro finisca di parlare, di esprimersi, e noi lo interrompiamo. La rinascita di un dialogo, spesso, passa non dalle parole, ma dal silenzio, dal non impuntarsi, dal ricominciare con pazienza ad ascoltare l’altro, ascoltare le sue fatiche, quello che porta dentro. La guarigione del cuore comincia dall’ascolto.” E questo si applica anche all’essere cristiano in quanto Gesù è la Parola; dedichiamo dunque del tempo a leggere il Vangelo ogni giorno e a meditare su esso, chiedendo a Gesù di guarire dalla sordità interiore e riuscire ad aprire le nostre orecchie, e il nostro cuore, al suo messaggio.
Santità Rev.ma,
Parteciperò alla tre giorni di formazione liturgico musicale di Assisi, 6-9 Settembre 2021. Tema: “Il canto del celebrante e dell’assemblea nella terza edizione del Messale Romano”. In questo periodo non potrò fare le traduzioni.
Se ha un po’ di tempo scriva un breve messaggio per l’ Associazione S. Cecilia, le persone che siamo iscritte lavoriamo tutte per la Chiesa, la maggior parte fa del volontariato e cerca il modo migliore di rendere la liturgia più dignitosa possibile. Ogni giorno leggo e traduco un capitolo della “Laudato sì” e ne faccio dei “tweets” che poi pubblico, spero sia soddisfatto. La ringrazio delle Sue riflessioni sul Vangelo di S. Paolo e La saluto cordialmente con stima perenne. Giovanni Gavini