Si conclude con l’Udienza odierna la Catechesi sulle lettere di San Paolo ai Galati, che tanto hanno insegnato a noi cristiani sulla Parola di Dio.
San Paolo è stato “un vero teologo”, ha saputo di volta in volta e in differenti modi trasmettere la Parola e la volontà di Dio, senza mai nascondere le sue stesse debolezze. E per portare il messaggio di Cristo ha anche sofferto; “era convinto di avere ricevuto una chiamata a cui solo lui poteva rispondere; e ha voluto spiegare ai Galati che erano anch’essi chiamati a quella libertà, che li affrancava da ogni forma di schiavitù, perché li rendeva eredi della promessa antica e, in Cristo, figli di Dio.” Ma la libertà portata dalla promessa di Cristo non vuol dire poter fare ciò che vogliamo, anzi, “Paolo ha posto la libertà all’ombra dell’amore e ha stabilito il suo coerente esercizio nel servizio della carità.”
Quello che abbiamo appreso però da un lato può darci entusiasmo, e voglia di seguire gli insegnamenti, dall’altro provoca stanchezza e spesso scoraggiamento perché non è facile, abbiamo dei limiti e potremmo sentirci “a volte emarginati rispetto allo stile di vita secondo la mentalità mondana.” Ma quando ci sentiamo scoraggiati, seguiamo le indicazioni di Sant’Agostino che “suggerisce come reagire in questa situazione, rifacendosi all’episodio evangelico della tempesta sul lago.” Anche se ci sentiamo nella tempesta, Cristo è vicino a noi, è dentro di noi, dobbiamo solo svegliarlo, “solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché Lui vede oltre la tempesta. Attraverso quel suo sguardo sereno, possiamo vedere un panorama che, da soli, non è neppure pensabile scorgere.”
San Paolo ci ha raccomandato di non smettere mai di fare del bene, e quando ci sentiamo stanchi, chiediamo aiuto allo Spirito Santo con parole che vengono dal cuore, ogni volta che siamo in difficoltà. Ci darà la forza e il sostegno necessari.
L’amore è l’ingrediente essenziale per non smettere mai di fare del bene.