Nel corso della messa di oggi, lunedì 17 novembre 2014, celebrata nella cappella della Residenza Casa Santa Marta, Papa Francesco, prendendo spunto dalla Lettura del Vangelo (Lc 18, 35-43), ha messo in guardia dalla tentazione di crearsi un cristianesimo fatto a propria misura, dimenticandosi o allontanandosi da noi quelle parti che non fanno comodo, come l’aiuto agli emarginati, ai poveri, ai carcerati, agli immigrati, …
Si tratta, ha spiegato il Pontefice, della tentazione di voler creare una proprio “microclima ecclesiastico” che di per sé è una chiusura agli altri e al mondo, esattamente l’opposto di quanto ci chiede il Signore, che invece vuole che ci apriamo, come ha più volte spiegato in questi anni di pontificato.
Questa tentazione colpisce “non solo i preti, i vescovi, anche i fedeli“: infatti “quando abbiamo trovato il Signore” siamo tentati di farlo nostro, siamo tentati di ritenere che “noi siamo quelli che stanno col Signore e da tanto guardare al Signore non guardiamo le necessità del Signore: non guardiamo al Signore che ha fame, che ha sete, che è in prigione, che è in ospedale“.
Quando succede questo, ha spiegato Bergoglio, la comunità dei fedeli si trasforma da un gruppo ecclesiale a un gruppo ecclesiastico: si chiude e in un certo qual modo ci si dimentica del “primo amore“. Ci si dimentica che anche noi abbiamo conosciuto Gesù nell’emarginazione, “quando il Signore ci ha chiamato, ci ha salvato, ci ha detto: ‘Ma ti voglio tanto bene’.“
“Questa è una tentazione dei discepoli: dimenticare il primo amore – ha detto il Santo Padre – cioè dimenticare anche le periferie, dove io ero prima, anche se devo vergognarmi”.
Dobbiamo dunque continuamente chiedere a Gesù di farci la grazia “che tutti noi, che abbiamo la grazia di essere stati chiamati, mai, mai, mai ci allontaniamo da questa Chiesa…che soffre, che chiede salvezza, che chiede fede, che chiede la Parola di Dio“.
Caro Giovanni bimbo di 10 anni
Mi permetto di informaeti anche come poetalc…primo promotore dal 2005 in Italia Europa America delle eurobbligazioni a favore del occupazione nelle imprese sugli oneri assicurativi dei deboli salario ecc.
Che il santo Padre spirituale papa Francesco non puo’ rispondere ne’ telefonare sulla richiesta in questo blog in quato che sarebbero milioni e milioni di cristiani e no del mondo a chiederlo di diritto che impegnerebbe il papa e i suoi segretari di rspondere su ogni minuto della giornata
Ma lo puoi fare con carta e penna o con l aiuto del tuo parroco o dei tuoi genitori ecc. Scrivere al papa direttamente alla sua sede del Vaticano a Roma. E la modilita’ e l indirizzo li trovi se clicchi sul link. messaggio al papa.
Simpaticamente ti saluto. luigi
Stai molto attento ,non voglio che ti succeda qualcosa
Giovanni
Ti vogliamo bene
E amiamo le tue parole
Noi ti seguiamo molto
Io ho 10anni e vorrei vederti
E sono Giovanni
E mia nonna cecilia arborio mella
Chiama che ti vogliamo bene
Amen
AMEN ALLE PAROLE DI PAPA FRANCESCO.