La gioia, l’allegria è alle fondamenta della Chiesa: “senza questa gioia, senza questa allegria non si può fondare una Chiesa! Non si può fondare una comunità cristiana!” ha detto Papa Francesco nel corso dell’omelia per la .
Non si deve tuttavia confondere la gioia con la ilarità: quella di cui parla il Pontefice “è una gioia apostolica, che si irradia, che si espande” e che permette alla Chiesa di nascere e di espandersi, perché “la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione – ha ribadito Bergoglio – l’attrazione testimoniale di questa gioia che annuncia Gesù Cristo“.
Nelle Letture del giorno vediamo chiaramente come questa gioia scaturisca proprio dall’incontro con Gesù: quando i discepoli, dopo aver ascoltato quanto accaduto a Emmaus, vedono “lo stesso Signore che appare nella sala e dice loro: “Pace a voi” – ha spiegato il Vescovo di Roma – Vari sentimenti irrompono nei cuori dei discepoli: paura, sorpresa, dubbio e, finalmente, gioia. Una gioia così grande che per questa gioia “non riuscivano a credere”.”
È il problema del controllo: accettare l’incontro con Gesù, lasciarsi travolgere dalla sua gioia significa perdere il controllo del momento per affidarlo a Gesù. E questo fa paura, ai discepoli come a noi. Per non perdere dunque il controllo del momento facciamo passare “la realtà dell’incontro con Gesù Cristo nell’alambicco della paura” e in questo modo relatizziamo la fede, ne facciamo un qualcosa di fatto su nostra misura finendo così “per allontanarci dall’incontro, allontanarci dalla carezza di Dio“.
Non dobbiamo dunque mai smettere di metterci in dubbio, affinché le nostre sicurezze non finiscano per uccidere la fede invece che coltivarla. Per questo farà bene domandarsi “Sono capace di sedermi accanto al fratello, come fece Pietro, e spiegare lentamente il dono della Parola che ho ricevuto e contagiarlo con la mia gioia?“
Una volta sulla tv ho visto che lei ha detto che bisogna abbandonare l’accademismo teologico e portare la parola di dio in modo semplice fra il popolo e alle suore di non essere zitelle .
Io sono nubile ho letto libri di teologia e nel mio piccolo ho aiutato il prossimo senza ricevere nulla in cambio ma quando do agli altri sto bene come dedicare tutta la vita a mia madre rosalba . L’amore non e ne scambismo del mondo moderno, ne innamoramento ,ne amore platonico ma agape donare agli altri pur non ricevendo nulla in cambio,
una preghiera per mia madre rosalba che presto uscirà da un istituto per essere riaccolta nella sua dimora e riprendere la sua vita
Preghi per me
Vorrei santità che lei mi chiamasse avrei tanto bisogno di parlare con lei.
Ti ringrazio per la canonizzazione