Alla Messa della notte di Natale, la più Santa e significativa per ogni cristiano, le parole del Santo Padre non possono che ricordare l’importanza del Presepe.
L’annuncio riguardava un semplice bambino come nostro Salvatore, “un bambino nella cruda povertà di una mangiatoia. Non ci sono più luci, fulgore, cori di angeli. Solo un bimbo. Nient’altro.” Il messaggio è chiaro “Dio non cavalca la grandezza, ma si cala nella piccolezza. La piccolezza è la via che ha scelto per raggiungerci, per toccarci il cuore, per salvarci e riportarci a quello che conta.” Un essere così grande si è fatto piccolo per noi “la sua grandezza si offre nella piccolezza.” E noi cosa facciamo? “Dio si abbassa e noi vogliamo salire sul piedistallo. L’Altissimo indica l’umiltà e noi pretendiamo di apparire. Dio va in cerca dei pastori, degli invisibili; noi cerchiamo visibilità, farci vedere. Gesù nasce per servire e noi passiamo gli anni a inseguire il successo.”
Chiediamogli proprio questo, di saper amare le piccole cose “lasciamoci allora alle spalle i rimpianti per la grandezza che non abbiamo. Rinunciamo alle lamentele e ai musi lunghi, all’avidità che lascia insoddisfatti!” Ma questo non riguarda solo ciò che ci circonda, anche noi stessi, con le nostre fragilità e paure, dobbiamo essere pronti perché è lo stesso Dio a dirci “Ti amo così come sei. La tua piccolezza non mi spaventa, le tue fragilità non mi inquietano. Mi sono fatto piccolo per te. Per essere il tuo Dio sono diventato tuo fratello. Fratello amato, sorella amata, non avere paura di me, ma ritrova in me la tua grandezza. Ti sono vicino e solo questo ti chiedo: fidati di me e aprimi il cuore.”
Contempliamo il Presepe e lasciamoci riempire dalla gioia ma soprattutto “torniamo alle origini: all’essenzialità della fede, al primo amore, all’adorazione e alla carità.”
Amen ??