Ormai alle porte del Santo Natale la catechesi odierna all’Udienza Generale parla proprio dell’imminente nascita di Gesù, come annuncia l’angelo in Luca 2,10-12 “Non temete, ecco io vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi è il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.”
Ma torna Papa Francesco a sottolineare che questa Festa non deve essere effimera e consumistica, “ricca di regali e di auguri ma povera di fede cristiana ” dobbiamo invece riflettere sugli uomini che cercano la misericordia e su Dio che la concede, con la grazia del dono di Suo Figlio.
“Dio non ci ha guardato dall’alto, da lontano, non ci è passato accanto, non ha avuto ribrezzo della nostra miseria, non si è rivestito di un corpo apparente, ma ha assunto pienamente la nostra natura e la nostra condizione umana. Non ha lasciato fuori nulla, eccetto il peccato” spiega il Pontefice, e continua “ Tutta l’umanità è in Lui. Egli ha preso tutto ciò che siamo, così come siamo. Questo è essenziale per comprendere la fede cristiana.”
E’ il senso stesso della nostra vita “perché ci rivela l’amore di Dio. Il Natale è la festa dell’Amore incarnato, dell’amore nato per noi in Gesù Cristo. Gesù Cristo è la luce degli uomini che splende nelle tenebre, che dà senso all’esistenza umana e alla storia intera.”
L’ultima raccomandazione è di prepararsi al Natale meditando in silenzio davanti al presepe: “possiamo diventare un po’ bambini rimanendo a contemplare la scena della Natività, e lasciare che rinasca in noi lo stupore per il modo meraviglioso in cui Dio ha voluto venire nel mondo.”
Lasciamo che in noi rinasca la tenerezza, che ne abbiamo tanto bisogno, “se la pandemia ci ha costretto a stare più distanti, Gesù, nel presepe, ci mostra la via della tenerezza per essere vicini, per essere umani.”