Difendere, proteggere e servire i più deboli è l’orizzonte del cristiano: Papa Francesco, durante la propria riflessione nella , domenica 20 settembre 2015, nella Plaza de la Revolución a La Habana durante il proprio , commentando la Lettura del Vangelo di oggi ha invitato i presenti a riflettere sulla domanda “chi è per noi il più importante?”
Gesù, ha spiegato il Vescovo di Roma, nel Vangelo di oggi fa ai discepoli una domanda un poco indiscreta: di che stavate parlando? I discepoli, non rispondono a questa domanda, perché si vergognano dell’argomento di cui stavano parlando, ovvero di chi era tra loro il più importante.
Gesù, non insiste con la domanda, non obbliga a rispondere, tuttavia la domanda rimane impressa nella nostra mente e nei nostri cuori: di cosa parliamo ogni giorno? quali sono le nostre aspirazioni? chi è per noi il più importante?
Rispondere a questa domanda non è facile: è come quando in una famiglia si chiede ad un bimbo “a chi vuoi più bene, al papà o alla mamma?”.
La storia dell’umanità è stata marcata da come si risponde a questa domanda – ha fatto notare il Pontefice. Gesù non si spaventa del nostro modo di rispondere a questa domanda, Egli prende le nostre aspirazioni e gli da un nuovo orrizonte, fedele al suo stile ovvero plasmando la risposta con la logica dell’amore.
La logica dell’amore è per tutti; l’orrizonte di Gesù non è per pochi privilegiati ma è una offerta per la vita quotidiana, una offerta che sempre fa in modo che il giorno dopo giorno acquisti sapore di eternità. Chi è il più importante, dunque? La risposta che Gesù da ai discepoli è molto chiara e al contempo rivoluzionaria: chi vuole essere il più grande, che sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti. Questo è il paradosso di Gesù: la vita autentica si vive nell ‘impegno concreto con il prossimo, ovvero servendo; difendere, proteggere e servire i più deboli, nella nostra famiglia, nella nostra società, nel nostro popolo.
Tuttavia bisogna stare attenti a non servirci degli altri: c’è – ha messo in guardia Papa Francesco – una forma di servire che ha come beneficio gli interessi personali e non quelli degli altri. Tutti siamo chiamati al servizio che serve e dobbiamo guardarci dal cadere nella tentazione del servizio che si serve degli altri.
Servire vuol dire compiere atti concreti e non parole, ha infine concluso il Santo Padre: Gesù ci propone di guardare e amare con gesti concreti a chi soffre, a chi è senza tutele o a chi è angustiato. Il servizio, infatti, non è mai ideologico poiché non si serve le idee ma si servono le persone.
Ricordiamoci che LUI ci vede anche nel buio piu’ profondo, possiamo ingannare noi stessi, molto gli altri quando il nostro cuore “DORME”.
Possiamo farci ” GRANDI E BELLI A PAROLE”, convincere gli altri,
LUI CI VEDE, CI GUARDA E LEGGE IL NOSTRO CUORE,
Non per giudicarci, ma per aiutarci a SEGUIRLO, SVEGLIAMOCI DAL
LETARGO, FINIAMO DI IMBROGLIARE NOI STESSI E CON TANTO DANNO,
ANCHE GLI ALTRI.—–Ivana Brbonetti.
Sia fatta la volontà di Dio.
C’illumini con la Sua Verità.
Ci sorregga con la Sua Misericordia.
Ci preservi dal male
Ci conceda pace nei conflitti
Ci affidi alle giuste guide
Perdoni i nostri errori, concedendo la percezione dei retti percorsi .
Ci tuteli dall’egoismo, avidità e ipocrisia.
Ci aiuti a discernere il vero dal falso.
Abbia pietà e protegga chi versa in miseria, sventure, patologie e sofferenze