Il Vangelo su cui si concentra la meditazione all’Angelus odierno è quello di Giovanni 6,60-69, nel quale alle parole di Gesù sul suo essere il vero pane della vita alcuni tra la folla si allontanano da lui.
Dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani Gesù “ha invitato a interpretare quel segno e a credere in Lui, che è il vero pane disceso dal cielo, il pane della vita; e ha rivelato che il pane che Lui darà è la sua carne e il suo sangue.” Come mai, invita a riflettere Papa Francesco, alcune persone vanno via? Perché non credono alle Sue parole? “Le parole di Gesù suscitano un grande scandalo: Egli sta dicendo che Dio ha scelto di manifestare se stesso e di attuare la salvezza nella debolezza della carne umana. È il mistero dell’incarnazione. E l’incarnazione di Dio è ciò che suscita scandalo e che rappresenta per quella gente – ma spesso anche per noi – un ostacolo.” E cosa vuol dire? “che per entrare in comunione con Dio, prima di osservare delle leggi o soddisfare dei precetti religiosi, occorre vivere una relazione reale e concreta con Lui.” Dio non è nelle grandi cose ma lo possiamo trovare nell’umanità che Gesù ha dimostrato, “Dio si è fatto carne e sangue: si è abbassato fino a diventare uomo come noi, si è umiliato fino a caricarsi delle nostre sofferenze e del nostro peccato, e ci chiede di cercarlo.” Dove? Nella relazione con i nostri fratelli e sorelle, e soprattutto in quella con Suo Figlio.
Ancora oggi il Sacramento dell’Eucaristia potrebbe metterci in crisi, il concetto della Sua incarnazione che ci fa inginocchiare davanti ad un pezzo di pane, ma questo è un bene, “preoccupiamoci se non ci mette in crisi, perché forse abbiamo annacquato il suo messaggio! E chiediamo la grazia di lasciarci provocare e convertire dalle sue ‘parole di vita eterna’”.