“Come non potremmo essere preoccupati per il problema della disoccupazione? E’ un problema che ha assunto proporzioni drammatiche sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo”. Con queste parole Papa Francesco ha accolto stamane la Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontefice, in occasione della conferenza internazionale “Alternative costruttive in una fase di sconvolgimenti globali. Occupazione e dignità dell’individuo nell’era digitale – Incentivi alla solidarietà e alla virtù civica”.
Francesco è consapevole del problema relativo al lavoro e di quanto questo tema stia diventando sempre più serio. Del resto, secondo il Papa non si può più tergiversare: il problema della disoccupazione “va affrontato per un senso di giustizia tra le generazioni e per un senso di responsabilità per il futuro”.
“In modo analogo – ha aggiunto – gli sforzi per affrontare questioni connesse alla crescita delle nuove tecnologie, alla trasformazione dei mercati e alle aspirazioni dei lavoratori devono prendere in considerazione non solo gli individui ma anche le famiglie. Come sapete, questa è stata una preoccupazione già espressa nelle recenti Assemblee sinodali sulla famiglia”, le quali hanno riflettuto su come le condizioni di lavoro spesso finiscano per aumentare la pressione e i problemi a carico delle famiglie.
C’è quindi bisogno di ritornare a promuovere “lo sviluppo umano integrale” e ad invocare “il dialogo e il coinvolgimento”. Solo in questo modo i bisogni della gente e i suoi desideri potranno ricevere una risposta. Ma secondo Francesco bisogna anche ascoltare i poveri “e la loro quotidiana esperienza di privazione”.
Per fare tutto ciò bisogna introdurre nelle comunità e nel mondo degli affari, delle strutture di mediazione che siano in grado di mettere sotto un unico tetto persone e risorse, avviando processi in cui i poveri siano al centro di tutto. Un approccio economico di questo genere, incentrato sulla persona, “incoraggerà l’iniziativa e la creatività, lo spirito di imprenditoria e le comunità di lavoro e di impresa, e in tal modo favorirà l’inclusione sociale e la crescita di una cultura della solidarietà”, ha concluso Papa Francesco.
Mi ricordo che quando cercavo lavoro negli anni 60, ( anche allora c’era il problema di mancanza di lavoro) non schifafo nessun lavoro onesto che mi veniva offerto.—A Roma c’era la concorrenza “sleale” della gente del sud, immigrati cercando lavoro.—La mancanza di mezzi informativi come ci sono oggi non rese importanza a questo grande problema, come allora ancora oggi.–
Ma
I Sari che indossano le suorine di Santa Madre Teresa di Calcutta, ancora oggi il tessuto viene lavorato con vecchi telai con supporto umano, un giornalista chiese alla Madre, quando era ancora con noi, perché non “modernizzasse” tale tessitura?!—-La Madre rispose; questa modernizzazione toglierebbe lavoro a tante famiglie che vivono di questo!—-io mi sento di aggiungere che quel tessuto lavorato con amore e gratitudine rende particolarmente “belli” quei semplici Sari che indossano le piccole suorine di quella grande Madre.—