Voltare le spalle a chi ha fame, a chi è ammalato, a chi è sfruttato è un peccato grave, ha detto Papa Francesco oggi incontrando i partecipanti al Giubileo degli Operatori di Misericordia: “noi cristiani non possiamo permetterci” di voltarci “dall’altra parte per non vedere le tante forme di povertà che chiedono misericordia“.
Come già aveva avuto modo di dire in altre occasioni, è proprio su questo che si gioca la “credibilità della Chiesa“, poiché essere testimoni di Misericordia è nel DNA del cristiano ed è la radice dell’insegnamento di Gesù.
Putroppo, “distogliere lo sguardo e voltarsi dall’altra“, è un “peccato moderno, è un peccato di oggi” contro il quale i cristiani devono lottare con tutte le loro forze: “non sarebbe degno della Chiesa né di un cristiano “passare oltre” – ha spiegato Papa Bergoglio – e supporre di avere la coscienza a posto solo perché abbiamo pregato o perché sono andato a Messa la domenica“.
È la stessa immagine del Calvario che ci ricorda come il cristiano non debba rinchiudersi in mondi immaginari, ma debba operare concretamente per risolvere i problemi, entrando nella sofferenza di tante persone: “il Calvario è sempre attuale; non è affatto scomparso né rimane un bel dipinto nelle nostre chiese. – ha spiegato alle migliaia di operatori di misericordia presenti – Quel vertice di com-passione, da cui scaturisce l’amore di Dio nei confronti della miseria umana, parla ancora ai nostri giorni e spinge a dare sempre nuovi segni di misericordia“.
Tuttavia, il Santo Padre ha anche messo in guardia dall’altra tentazione moderna, quella di limitarsi alle parole: “non mi stancherò mai di dire che la misericordia di Dio non è una bella idea, ma un’azione concreta. Non c’è misericordia senza concretezza. – ha aggiungo il Vescovo di Roma – La misericordia non è un fare il bene “di passaggio”, è coinvolgersi lì dove c’è il male, dove c’è la malattia, dove c’è la fame, dove ci sono tanti sfruttamenti umani […] L’ammonimento dell’apostolo Giovanni rimane sempre valido – ha infatti ricordato Francesco – «Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità» (1 Gv 3,18)“.
L’auspicio del Papa, dunque, è che tutti i cristiani imparino ad essere operatori di misericordia, “con le vostre mani, con i vostri occhi, con il vostro ascolto, con la vostra vicinanza, con le vostre carezze… – ha concluso il Papa rivolgendosi ai fedeli presenti – Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre. Nelle diverse condizioni del bisogno e delle necessità di tante persone, la vostra presenza è la mano tesa di Cristo che raggiunge tutti“.