L’amore di Dio si manifesta in un dialogo costante tra Dio stesso e ciascuno di noi: questa la riflessione approfondita da Papa Francesco durante l’omelia di oggi, martedì 21 gennaio 2014, in Casa Santa Marta.
Il Signore, ha fatto notare il Pontefice, parla ad ogni uomo in modo diretto e personale. Fin dalla creazione Dio non ha scelto di rivolgersi all’uomo in generale, all’umanità ma ad ogni persona, individualmente: “il Signore parla alla gente così, alla massa, mai – ha detto Bergoglio – Sempre parla personalmente, con i nomi. E sceglie personalmente“.
“Dio posa il suo sguardo d’amore su ogni uomo e ogni donna! Con nome e cognome” aveva già anticipato nell’ dell’8 dicembre scorso e questo lo possiamo vedere proprio fin dalla creazione laddove “è lo stesso Signore che ” ha continuato Papa Francesco “artigianalmente fa l’uomo e gli dà un nome: ‘Tu ti chiami Adam’“.
Da questo momento in poi inizia quel rapporto fra Dio e la persona, che rimarrà caratteristica della storia di tutto il Popolo di Dio fino a dare il cognome stesso a Dio che sceglierà di chiamarsi proprio usando il nome delle persone con le quali dialoga.
Ma a caratterizzare il dialogo di Dio con le persone vi è un secondo elemento, continua il Pontefice, che talvolta dimendichiamo: “Dio, quando deve scegliere le persone, anche il suo popolo, sempre sceglie i piccoli“.
L’essere piccoli è condizione necessaria per rimanere in contatto con Dio. Così quando il grande re Davide ritorna “alla sua piccolezza e ha detto: ‘Sono peccatore’” ottiene il perdono di Dio tornando ad essere in contatto con Lui.
“Tutti noi col Battesimo siamo stati eletti dal Signore. Tutti siamo eletti. – ha dichiarato Bergoglio – Ci ha scelto uno per uno. Ci ha dato un nome e ci guarda“. Il nostro compito per mantenere vivo il rapporto personale che abbiamo con Dio è quello di “custodire la nostra piccolezza, perché possa dialogare con il Signore. Custodire la nostra piccolezza“.
“Per questo l’umiltà, la mitezza, la mansuetudine sono tanto importanti nella vita del cristiano – ha concluso Papa Francesco – perché è una custodia della piccolezza, alla quale piace guardare il Signore. E sarà sempre il dialogo fra la nostra piccolezza e la grandezza del Signore“.
caro papa domani non mancherò all’ANGELUS e ricordaci di chiedere perdono