Papa Francesco in un proprio messaggio inviato ai partecipanti al Seminario internazionale di studio sul tema “Donne e lavoro” è tornato a porre l’accento sul “ruolo insostituibile della donna nella famiglia e nell’educazione dei figli“, che si affianca alla saua attività lavorativa sempre volta “alla edificazione di strutture economiche e politiche ricche di umanità“.
Il Santo Padre ha invitato i membri del seminario internazionale a tradurre la teoria in fatti, individuando “concreti suggerimenti e modelli positivi per armonizzare impegni lavorativi ed esigenze familiari” delle donne. Va riconosciuto, infatti, che la donna ricopre un doppio ruolo, da una parte nella vita pubblica è una lavoratrice, al pari dell’uomo; dall’altra parte, nel privato, essa è l’artefice del “benessere della famiglia stessa” e colei che impulsa “l’educazione dei figli”. Non si deve mettere le donne di fronte alla condizione di scegliere la carriera o la famiglia, la vita pubblica o quella privata: da qui l’invito al simposio ad “analizzare e considerare vie d’uscita a quell’aut-aut in cui moltissime donne di oggi incappano, e di proporre soluzioni innovative verso un et-et, che permettano di coniugare impegni lavorativi e familiari“.
Un modello economico veramente inclusivo, come più volte Francesco ha detto, non può mettere la donna nella condizione di scegliere se essere madre o lavoratrice. Peraltro l’esperienza ci mostra come, anche nel caso in cui la donna sia costretta a scegliere il lavoro, questa arricchisca la società grazie al suo “insostituibile genio femminile” creando “strutture economiche e politiche più ricche di umanità“. Quanto più potrebbe donare la donna alla società se non fosse costretta a scegliere tra famiglia e lavoro?
La posizione di Papa Francesco segue il magistero dei papi precedenti: già San Giovanni Paolo II metteva in luce quale immenso contributo la donna possa dare alla soluzione delle grandi questioni sociali, contributo che nasce da quel genio femminile che Giovanni Paolo II identificava nel “dono di sé”: la capacità della donna di dare la vita.
L’asuspicio del Santo Padre è quello di trovare soluzioni che permettano da una parte di tutelare l’imprescindibile ruolo che la donna ha nella famiglia come madre, come moglie e nell’educazione dei figli, senza che la donna, per questo, debba rinunciare alla propria attività lavorativa, poiché va riconosciuto come sia necessario per lo sviluppo dell’umanità che la donna sia coinvolta nel mondo del lavoro e nella sfera pubblica in generale.
Lettera alle Donne
(29 giugno 1995)
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.
San Giovanni Paolo II
GRAZIE per la bellissima e significativa lettera dedicata alle donne di San Giovanni Paolo II. Saluti a Sua Santità,Patrizia
Io sono una donna che dovetti scegliere, quando mi chiesero di essere responsabile di una filiale(nella citta in cui vivevo) e di 30 donne da avviare nell’attivita’ lavorativa, mi trovai a riflettere che quell’impegno non mi avrebbe permesso di crescere i 3 figli che avevo, non intendevo che li crescessero nonni o baby sitter,non aveva senso averli voluti per amore. Scelsi responsabilmente all’impegno preso prima della proposta, la famiglia.—Il dono dell’ubiquita’ credo sia stato elargito a P.Pio e pochi altri santi. Quello che dovremmo comprendere e’ che tutti nel nostro ruolo siamo importanti,utili e indispensabili nel buon andamento del sistema, degni di essere rispettati,si puo’ “donare” quanto si ha tramite il dialogo,donare il proprio parere. L’importante e’ che ci siano interloquitori che ASCOLTANO, SANNO RIVEDERE SE STESSI.—–Ivana Barbonetti.